Vescovo di Vasai su attentati di Jakarta: La religione può essere solo uno strumento di pace
di Nirmala Carvalho
Mons. Felix Machado presiede l’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Federazione delle Conferenze episcopali dell’Asia. Profondo dolore per gli attentati di Jakarta, “atti codardi contro persone innocenti in nome della religione, che non aiutano né Dio né il popolo di Dio”. L’importanza del dialogo tra le religioni. Il valore della religione per “insegnare lo splendore e la dignità della persona e diffondere un senso più chiaro dell’unicità della famiglia umana”.

Mumbai (AsiaNews) – La religione, “per sua stessa natura, non può che essere uno strumento di pace. Non può diventare pretesto per il conflitto, soprattutto quando le identità religiose, culturali ed etniche coincidono. Nessuno che si considera fedele a Dio ha il diritto di uccidere suo fratello in nome di quello stesso Dio”. Lo dice ad AsiaNews mons. Felix Machado, arcivescovo di Vasai, commentando gli attentati di ieri avvenuti nel centro di Jakarta (Indonesia). L’arcivescovo si dice molto addolorato per tali forme di violenza, che “non risolvono nulla. Anzi, la violenza intensifica e ingrandisce i problemi dell’umanità”.

Secondo mons. Machado, che è anche presidente dell’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Federazione delle Conferenze episcopali dell’Asia (Fabc-Oeia), “chiunque sia responsabile di questi atti codardi contro persone innocenti in nome della religione, non aiuta né Dio né il popolo di Dio. Non c’è giustificazione alla violenza”.

La serie di esplosioni che hanno sconvolto una delle zone commerciali e turistiche più rinomate della capitale indonesiana sono stati rivendicati da un gruppo terrorista islamico legato dall’Isis, che cerca il predominio nella regione. Oggi le forze di sicurezza hanno arrestato tre sospettati, ma continua la caccia ad altri complici.

L’arcivescovo sottolinea il valore del dialogo nei rapporti umani: “L’unico modo per risolvere le questioni”. La sua dinamica però, ha bisogno dell’esperienza di Dio: “Prima di tutto, il dialogo implica ascoltare Dio e rispettare l’altro. Non è il negoziato o semplicemente l’approccio umano nel fare le cose”. In Asia poi, dice, la prova che il dialogo è efficace è la rete di “amicizia quotidiana tra i fedeli di differenti religioni, che rompono i confini netti della religione”, gli incontri a vari livelli istituzionali, i colloqui nazionali e internazionali, le collaborazioni in atto per ribadire di rispetto reciproco delle pratiche religiose.

L’arcivescovo di Vasai conclude con una riflessione sul ruolo odierno della religione: “Non deve essere sottostimato il ruolo della religione nel contribuire a creare pace e armonia all’interno della società moderna. Questo è il motivo per cui è necessario che le grandi religioni mondiali lavorino insieme per eliminare le cause sociali e culturali del terrorismo”. Esse possono svolgere questo compito “insegnando lo splendore e la dignità della persona e diffondendo un senso più chiaro dell’unicità della famiglia umana. Il desiderio di pace è radicato in modo profondo nella natura umana e appartiene a tutte le diverse religioni”.