Bishwa Ijtema: due milioni di musulmani chiedono pace e unità dell’islam
di Sumon Corraya

La preghiera conclusiva è stata condotta dal mullah indiano Moulana Muhammad Sa’ad. I partecipanti hanno invocato il perdono di Dio e pregato per se stessi e le loro famiglie. L’evento ha attirato fedeli islamici da 150 Paesi. Fonte cattolica: “Noi cristiani dovremmo imparare l’organizzazione dai fratelli musulmani. Loro – a differenza di noi – non chiedono nulla agli organizzatori, si arrangiano con mezzi propri”.


Dhaka (AsiaNews) – Almeno due milioni di musulmani hanno partecipato alla preghiera finale del Bishwa Ijtema, il secondo pellegrinaggio islamico più grande al mondo dopo l’Hajj, che si tiene ogni anno in Bangladesh a Tongi (vicino Dhaka), sulle rive del fiume Turag. Quest’anno i fedeli sono giunti da 150 Paesi e si sono uniti insieme in preghiera, invocando “la pace, la prosperità e l’unità del mondo islamico”.

Md Jubiar Hossian, fedele musulmano di 30 anni, commenta ad AsiaNews gli insegnamenti appresi durante i seminari e le preghiere del raduno. “Ho ascoltato – dice – i sermoni di importanti studiosi islamici e voglio applicare [gli insegnamenti] alla mia vita”. Mofiz Uddin, un altro musulmano di 45 anni, aggiunge: “Ho capito che devo seguire tutta la dottrina dell’islam, devo aver un buon comportamento verso i fedeli di altre religioni. Nell’islam non c’è spazio per la militanza. Devo rispettare anche le persone di fedi diverse”.

Il Bishwa Ijtema (“Incontro mondiale”) è un raduno annuale organizzato dal Tabligi Jamaat (“Società per la diffusione della fede”), un movimento religioso transnazionale e apolitico, il cui obiettivo è una riforma spirituale dell’islam. L’evento, che include momenti di preghiera e di predicazione, attira milioni di persone da centinaia di Paesi. All’evento di quest’anno hanno partecipato i fedeli provenienti da 32 distretti del Bangladesh; il prossimo anno sarà il turno dei residenti dei rimanenti 32. Nell’area il governo ha schierato oltre 5mila poliziotti per garantire l’ordine.

La preghiera conclusiva, della durata di 28 minuti, è stata condotta in lingua araba e urdu dal mullah indiano Moulana Muhammad Sa’ad, studioso islamico di rilevo. I fedeli hanno invocato il perdono di Dio e la benedizione per se stessi e le proprie famiglie.

Da ultimo, un fedele cattolico plaude la grandiosa organizzazione del raduno. “Noi cristiani – riferisce – dovremmo imparare dai fratelli e sorelle musulmani. Essi hanno partecipato al Bishwa Ijtema in maniera spontanea, non hanno richiesto nulla agli organizzatori. Si sono adoperati con mezzi e cibo propri. Invece quando i cristiani organizzano una manifestazione, per prima cosa chiedono a chi organizza di fornire anche l’alloggio e il cibo”.