Vietnam, a metà settembre iniziano i corsi del nuovo Istituto teologico

Le iscrizioni al test di ammissione aperte sino a 5 luglio. Un esame stabilirà l’accesso ai corsi di laurea in teologia biblica e dogmatica. I lavori preparatori si stanno svolgendo in modo regolare e senza intoppi. Una anomalia nel Paese retto da un governo comunista che ha spesso ostacolato le iniziative della Chiesa nel settore dell’educazione. 


Ho Chi Minh City (AsiaNews/EdA) - Prenderanno il via a metà settembre le prime lezioni del corso di laurea in teologia del nuovo istituto cattolico vietnamita, in fase di ultimazione nel distretto numero 3 di Ho Chi Minh City, al numero 72/12 di via Trân Quôc Toan. Come riferisce Eglises d’Asie (EdA), in questi giorni la Commissione episcopale per l’istruzione ha annunciato l’apertura di un concorso per l’ammissione al nascituro ateneo. Quanti supereranno la prova potranno seguire poi un programma di studi mirato, che si concluderà con il diploma di laurea in teologia nei suoi due indirizzi, biblica e dogmatica. 

Già a partire dal primo anno 2016/17 saranno organizzati corsi in tutte le materie previste per accedere all’esame finale e conseguire la licenza, previo superamento della prova. La valutazione finale sancirà le conoscenze acquisite dagli studenti e permetterà, in un secondo momento, di accedere a una delle due branchie della teologia. 

Il termine ultimo per l’iscrizione al test di ammissione è fissato al 5 luglio prossimo. Nel comunicato diffuso il 21 gennaio la commissione ha fissato i requisiti necessari per candidarsi al corso. Fra questi la lettera di presentazione di un vescovo o del superiore generale della Congregazione di riferimento, la licenza in teologia o aver seguito filosofia e teologia nel contesto di una formazione in un Seminario maggiore o un istituto religioso. 

I lavori di preparazione che porteranno all’apertura si stanno svolgendo in modo regolare e senza intoppi, come annunciato mesi fa dal presidente della Conferenza episcopale vietnamita mons. Paul Bui Van Doc. Dal via libera ufficiale giunto nell’agosto scorso, basteranno dunque solo 12 mesi per l’inizio delle prime lezioni. Un elemento positivo - e sorprendente - nel contesto di una politica comunista in genere reticente di fronte alle iniziative della Chiesa nel campo dell’educazione, anche se essa non rappresenta del tutto una novità nella storia del Vietnam.

In passato il Vietnam poteva vantare un Collegio pontificale e altri istituti di alto livello, requisiti dalle autorità comuniste negli anni 70 e, in particolare, all’indomani della caduta di Saigon e della riunificazione del Paese sotto il governo di Hanoi nel 1975. Fra le università costrette a interrompere i corsi vi erano l’ateneo di Saigon e quello di Dalat, nel sud del Paese. In particolare l’ex Collegio pontificio di Dalat è al centro di una controversia con le autorità governative e, ancora oggi, non è possibile sapere se la struttura verrà restituita ai cattolici. Del resto la questione inerente la proprietà di terre ed edifici è uno dei principali nodi irrisolti nel rapporto fra Chiesa e Hanoi.

Oggi in Vietnam, a fronte di una popolazione di circa 87 milioni di persone, i buddisti sono il 48%; i cattolici poco più del 7%, seguiti dai sincretisti al 5,6%; infine, vi è un 20% circa che si dichiara ateo. Pur essendo una minoranza (sebbene significativa), la comunità cristiana è attiva nei settori dell'educazione, sanità e sociale. Di contro, la libertà religiosa è in costante diminuzione: l'introduzione del Decreto 92 ha imposto restrizioni alla pratica del culto, che è sempre più vincolata ai dettami e alle direttive del governo e del Partito unico comunista.