Vijayawada, 3mila cattolici per la chiusura dell’Anno della vita consacrata
di Benigna Menezes*

La cerimonia conclusiva per la Chiesa cattolica locale si è svolta il 24 gennaio. Sono intervenuti diversi vescovi e leader religiosi dalle 12 diocesi della regione. Tutti hanno sottolineato il valore dei consacrati “che appartengono allo stesso tempo a Dio e al popolo”. Decine di incontri e funzioni organizzati nell’Andhra-Telangana durante l’anno. Ora i religiosi sono chiamati al servizio di Dio nell’Anno della Misericordia.


Vijayawada (AsiaNews) – Migliaia di persone hanno partecipato alle celebrazioni conclusive dell’Anno della vita consacrata nella regione indiana dell’Andhra-Telangana. La cerimonia si è svolta in un auditorium di Vijayawada (Stato dell’Andhra Pradesh). Mons. Udumala Bala, vescovo di Warangal e presidente della commissione per il clero e i religiosi del Telegu Catholic Bishops’ Council (Tcbc), ha detto: “Questo evento non deve essere definito come la conclusione dell’Anno della vita consacrata, ma deve diventare l’apice e l’inizio di un continuo riflettere, ridedicarsi, rinvigorire e vivere la profonda dimensione della chiamata di amore data da Dio Padre all’umanità, di appartenere solo a Dio attraverso una consacrazione speciale e l’impegno”.

L’Anno della vita consacrata è stato annunciato da papa Francesco il 29 novembre 2013. È iniziato in modo ufficiale il 29 novembre 2014 con una Veglia di preghiera presso la basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. Le celebrazioni termineranno domani, 30 gennaio 2016, con una Veglia di ringraziamento nella basilica di San Pietro. Infine il prossimo 2 febbraio, data in cui ricorre la Giornata mondiale della Vita consacrata, papa Francesco presiederà una celebrazione eucaristica in San Pietro.

Di seguito riportiamo il commento di suor Benigna Menezes, missionaria dell’Immacolata, sulle celebrazioni conclusive avvenute a Vijayawada. Traduzione a cura di AsiaNews.

Una galassia di rinomati ecclesiastici, oltre a circa 2mila religiosi e laici cattolici, si è riversata il 24 gennaio scorso al Loyola campus di Vijayawada, in Andhra Pradesh, per partecipare alle celebrazioni regionali per la conclusione dell’Anno della vita consacrata. Il Devaiah Memorial Auditorium dell’Andhra Loyola College era pieno di suore e sacerdoti, tutti impazienti di commemorare l’evento a livello regionale dei due Stati gemelli telugu del Telangana e dell’Andhra Pradesh.

In risposta alla chiamata del Santo padre, papa Francesco, l’Anno della vita consacrata è stato inaugurato il 30 novembre 2014 e la conclusione è programmata per il 2 febbraio 2016.

La commissione per iI clero e i religiosi del Tcbc (Telegu Catholic Bishops’ Council) e la sezione regionale della Cri (Conference of Religious India) avevano già organizzato insieme una festa inaugurale l’1 marzo 2015 a Hyderabad, capitale del Telangana. Poi hanno chiesto agli organizzatori di preparare la cerimonia conclusiva a Vijayawada, capitale dell’Andhra Pradesh.

Perciò l’evento ha visto la partecipazione di un totale di circa 3mila persone.

Al mattino l’apertura dell’evento è stata affidata a p. Amal Raj sj, presidente del gruppo regionale della Cri, e da p. Ravi Shekhar sj, presidente della Cri dell’Andhra Pradesh. In contemporanea l’Istituto d’arte e cultura Kaladarshini del Loyola College ha eseguito varie danze per rappresentare l’Anno della vita consacrata, offrendo all’assemblea un caloroso benvenuto.

Mons. Udumala Bala, presidente della commissione per il clero e i religiosi del Tcbc, ha tenuto un discorso inaugurale nella sessione del mattino. Egli ha detto: “Rallegriamoci per il dono della vita consacrata alla Chiesa e uniamoci per rendere questa occasione un evento memorabile”.

Il vescovo ha sottolineato l’elezione speciale del popolo di Dio al suo servizio particolare. “Solo coloro – ha dichiarato – che sono chiamati da Cristo possono diventare uomini e donne religiosi. Questo evento non deve essere definito come la conclusione dell’Anno della vita consacrata, ma deve diventare l’apice e l’inizio di un continuo riflettere, ridedicarsi, rinvigorire e vivere la profonda dimensione della chiamata di amore data da Dio Padre all’umanità, di appartenere solo a Dio attraverso una consacrazione speciale e l’impegno”.

Collegando l’Anno al Concilio Vaticano II, mons. Udumala ha detto che “Dio attraverso la Chiesa invita i religiosi ad aprire non solo le finestre, ma anche porte e portoni di ogni comunità nel mondo. In questo modo l’umanità può vedere quanto è potente l’amore di Dio, vissuto nella carità per la salvezza e al servizio dell’uomo”.

Egli poi ha paragonato l’Anno della vita consacrata ad un libro e ha riflettuto sul fatto che “l’intero anno è iscritto nella storia e diventa memoria affettuosa per riflettere, contemplare, rinnovare e ringraziare Dio dell’esito del grande tempo sacro, che Dio ha elargito sulla Chiesa dando più visibilità ai religiosi”. Ha aggiunto anche: “La chiamata religiosa è applicabile a varie dimensioni solo al popolo del Nuovo Testamento, che ha risposto alla chiamata di Gesù “vieni e seguimi” e vive le beatitudini nella loro dimensione più piena”.

Il vescovo ha elencato vari modi di vivere la consacrazione nel corso dei secoli: i padri del deserto, i cenobiti, i monaci e gli eremiti, i predicatori e i missionari, i gesuiti, i carmelitani, i francescani, gli agostiniani e le centinaia di altri carismi religiosi che sono fioriti all’interno della Chiesa, dando essenza di santità ai loro contemporanei.

L’oratore ha dichiarato: “Il segreto della vita comunitaria religiosa risiede nell’amore delle tre persone divine della Trinità. I religiosi sono chiamati a essere azionisti dell’amore aperto di Dio”.

L’arcivescovo Thumma Bala, presidente del Tcbc, ha porto all’assemblea i ringraziamenti di tutta la Chiesa telugu dei due Stati gemelli e si è congratulato con i religiosi per l’elevato numero di funzioni e celebrazioni organizzate nelle 12 diocesi durante l’Anno. “Esse sono servite a istruire, riflettere, ringraziare e dare forza ai religiosi per servire le persone con rinnovato vigore”.

Egli ha ringraziato gli organizzatori dell’evento e ha reso grazie anche a Dio, “per il modo meraviglioso in cui ha portato la Chiesa a santificare i consacrati al servizio dell’umanità”.

Mons. Thumma ha anche invitato i presenti a leggere il libro di Stephen R. Covey I sette pilastri delle persone di successo, in cui si può apprendere come l’autore decida l’integrazione di vita e principi, che porta ad allineare pensieri interiori e comportamenti esterni, con il risultato di ottenere integrità personale e pubblica. Il vescovo ha detto: “Religiosi che pregano diventano madri che pregano per la cura dell’umanità, l’amore e il conforto dei suoi cuori infranti”.

Mons. M. D. Prakash di Nellore ha presentato un audio-cd con inni dedicati alla memoria di questo Anno e ha ringraziato i religiosi, chiedendogli di essere testimoni di gioia interiore e serenità. “I consacrati sono chiamati a essere esperti di ‘comunione’, per portare riconciliazione attraverso la loro genuina amicizia in Cristo in un mondo diviso da legami ipocriti. Devono anche essere modelli di relazioni personali vissute in armonia”.

Il vescovo, insieme a p. Amal Raj, ha ricordato p. Jojayya, famoso studioso gesuita, per il contributo da lui reso alla letteratura spirituale telugu e per aver dedicato la vita al servizio della preghiera.

P. Taju, superiore generale della Congregazione dei missionari della Compassione, parlando di consacrazione e misericordia, ha citato la Misericordiae Vultus, la bolla di indizione del Giubileo della Misericordia, rimarcando la necessità di mettere in pratica la misericordia e guadagnare così il favore di Dio nel giorno del giudizio. “Siate misericordiosi come il Padre, – ha ribadito – è il campanello d’allarme dell’Anno della Misericordia e i religiosi devono fare atti di misericordia significativi, sia a livello individuale che nella propria congregazione, ed essere simboli di misericordia divina per un mondo che è cieco nella sua ricerca egoistica del potere”.

L’oratore poi ha presentato una sorprendente ricerca sul numero delle persone consacrate che servono le persone vulnerabili nel mondo, e ha chiesto ai presenti di essere “specialisti della misericordia”.

P. Konda Joseph msfs è stato il relatore del secondo intervento e ha detto che “l’umanità intera è in attesa della misericordia”. Il sacerdote, che lavora come missionario locale, ha parlato del tema della vita consacrata e della sua importanza per le persone dell’Andhra-Telangana. Ha descritto la necessità di essere testimoni di gioia e vivere in modo completo la dimensione consacrata dei voti.

Egli ha dichiarato con convinzione: “La consacrazione vuol dire appartenere allo stesso tempo a Dio e al popolo, e solo in quel modo diventiamo efficaci”.

Mons. Govindu Joji, vescovo di Nalgonda e amministratore della diocesi di Vijayawada, ha salutato l’assemblea e si è complimentato con i partecipanti per l’onore e la grazia che Dio ha donato loro durante l’anno.

P. Amal Raj ha letto anche i saluti del nuovo vescovo di Vijayawada, mons. Joseph Raja Rao, che si trova in ritiro, in cui egli ringrazia i consacrati e chiede sostegno attraverso la preghiera, in vista della sua ordinazione episcopale che si terrà nella diocesi il prossimo 2 febbraio.

Mons. Mallavarapu Prakash, arcivescovo di Vishakhapatnam, insieme agli altri vescovi della regione e ad un altro centinaio di sacerdoti, ha presieduto la celebrazione eucaristica finale e ha pregato per i religiosi.

Sullo sfondo del palco, un grande pannello con l’immagine di Gesù misericordioso e di papa Francesco mostrava il messaggio dell’incontro con il tema dell’Anno della vita consacrata.

Infine, le scuole locali hanno eseguito dei balli durante l’intervallo degli eventi, per intrattenere l’uditorio. Ai partecipanti è stato offerto un pranzo allestito su varie tavolate. L’evento si è concluso con una benedizione, durante la quale è stato augurato un futuro radioso per la Chiesa nella regione dell’Andhra-Telangana, che adesso si appresta a celebrare l’Anno giubilare della misericordia.

P. Ravi Shekhar, presidente della sezione regionale della Cri che ha ospitato la celebrazione, ha espresso soddisfazione alla fine della giornata e ha ringraziato tutti della partecipazione dinamica al servizio della Chiesa.

*Missionaria dell'Immacolata, Congregazione femminile associata al Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime)