Cina, l'incompetenza del partito alimenta le proteste dei contadini

Lo ha detto Li Jingtian, alto dirigente del Partito, che ritiene "necessaria" una maggiore auto educazione dei quadri. Ma conclude: "Questo non fermerà le proteste".


Pechino (AsiaNews/Scmp) – In Cina le proteste di massa sono aumentate "perché le autorità locali non sono state capaci di affrontare i diffusi reclami dei contadini". Lo ha detto il 7 luglio Li Jingtian, vice direttore del Dipartimento dell'organizzazione centrale del Partito Comunista durante una conferenza stampa.

Li ha fatto il punto degli esiti della Campagna governativa lanciata per migliorare la qualità dei quadri del Partito Comunista ed ha sottolineato "la preoccupazione del Partito" per le crescenti proteste della popolazione contadina. In Cina nel 2004 vi sono state oltre 74 mila proteste popolari che hanno coinvolto un totale di 3,67 milioni di persone. Il presidente Hu Jintao e il premier Wen Jiabao hanno definito il problema relativo al miglior assetto delle zone rurali e al rapporto con gli agricoltori "il più importante compito del governo sulla strada della modernizzazione". "Alcuni dei nostri 'quadri' rurali – spiega Li – con molta probabilità sono meno capaci a risolvere i problemi che a dare causa a incidenti."

Nel 2005 è iniziata la "Campagna di educazione avanzata" rivolta ai quadri (3,4 milioni di persone) e ai membri (69 milioni) del Partito Comunista, divisa in 3 successive fasi di 6 mesi. La prima fase è rivolta ai membri delle strutture regionali e centrali, la seconda alle componenti cittadine e la terza, prevista per il 2006, alle aree agricole. Il Partito ripone molte attese in questa Campagna, ma, secondo Li, "le frequenti proteste contadine sono un impedimento nelle zone rurali".

"Questa campagna – continua Li – deve avere al centro l'auto-educazione dei membri del partito, piuttosto che occuparsi di individuare e punire i funzionari corrotti o incompetenti: non deve avere la finalità di adottare purghe e correzioni". "Infatti – prosegue - il buon esito della Campagna porterebbe a un miglior affronto dei problemi rurali e alla diminuzione delle proteste di massa".

Il dirigente ammette comunque che l'efficacia dell'iniziativa è stata "ostacolata" dai molti funzionari locali "preoccupati di soddisfare le autorità superiori piuttosto che affrontare i problemi". "Una singola campagna di educazione, gestita in modo centralizzato – conclude - non può eliminare tutti i problemi o diventare un puntello definitivo."

Questo mese, la Campagna entra nella fase che Li descrive come "la più complicata", perchè coinvolge il 52% dei membri del partito, lavoratori, insegnanti e altri soggetti impegnati in attività del settore rurali. Secondo Li l'arrivo della campagna nelle zone rurali di maggiore povertà – dove sono frequenti  proteste e scontri tra contadini e autorità locali – "vi saranno maggiori problemi".