India, 60 suore “Ambasciatrici della vista” per spingere alla donazione d'organi

Le religiose hanno partecipato ad un incontro organizzato dai padri clarettiani a Bangalore. L’obiettivo è sensibilizzare la popolazione sul tema del trapianto di cornea. Nel mondo vivono 39 milioni di persone con problemi di vista, di cui 15 milioni in India. Ogni anno servirebbero 140mila trapianti, ma ci sono solo 40mila donatori. Se tutti i “religiosi donassero i proprio occhi, sarebbe soddisfatta l’intera domanda”.


Bangalore (AsiaNews) – Circa 60 suore indiane appartenenti a varie congregazioni si sono impegnate a donare i propri occhi al momento della morte. Lo hanno deciso durante un programma organizzato dai padri clarettiani all’Indian Institute of Spirituality di Bangalore. L’iniziativa si intitola “The Project Vision” ed è volta a sensibilizzare la popolazione sul tema dei malati con problemi di vista. In India risiede un terzo delle persone non vedenti a livello mondiale. Per questo le religiose si sono impegnate non solo a donare la propria cornea, ma anche a diventare “Ambasciatrici della vista” nei luoghi in cui vivono e lavorano.

L’evento si è svolto lo scorso 29 febbraio. P. George Kannanthanam, l’organizzatore, ha spiegato che si tratta di un programma “che vuole rendere i cittadini consapevoli del problema e motivare le suore a lavorare per questa causa. Essa rientra nell’opera biblica di Gesù, che ha dimostrato un amore speciale per i ciechi, testimoniato dai sei miracoli della guarigione dei non vedenti presenti nei Vangeli”.

A livello mondiale circa 39 milioni di persone hanno problemi di vista e 15 milioni di esse vivono in India. Le loro condizioni di vita sono davvero “tristi a causa delle sfide fisiche, sociali, psicologiche ed economiche che affrontano” per la malattia. La maggior parte dei disabili non riesce a sopravvivere.

Durante il programma sono state presentate diverse proposte di aiuto. P. George ha detto alle suore di “non bruciare o seppellire i vostri occhi. Essi potrebbero essere gli occhi per qualcun altro. Dopo la vostra morte, lasciateli a qualcuno che non ha mai visto il mondo”.

La donazione degli occhi non è molto diffusa in India. Ogni anno 140mila persone avrebbero bisogno di un trapianto di cornea, ma il numero di donatori non supera i 40mila. Questo vuol dire che 100mila malati vengono inseriti nelle liste di attesa.

Secondo il sacerdote, il lavoro delle suore nella società in quanto “Ambasciatrici della vista” può essere determinante nel contrastare la tradizionale diffidenza nei confronti della donazione della cornea. Le Ambasciatrici “avranno un ruolo fondamentale nel coordinamento tra la famiglia che ha subito un lutto e la banca degli occhi. Esse dovranno dialogare con queste famiglie e incoraggiarle a donare l’organo del defunto. Se i familiari daranno il consenso all’espianto, le suore potranno contattare la banca dati più vicina che può procedere con l’operazione addirittura sei ore dopo il decesso”.

Se “tutti i religiosi dell’India donassero i loro occhi – ha concluso p. George – e si impegnassero in favore dei ciechi che soffrono, potrebbe essere soddisfatta l’intera domanda dei trapianti di cornea”.

(Ha collaborato Nirmala Carvalho)