Dal 14 al 24 marzo nuova serie di dialoghi di pace sulla Siria

I dialoghi avverranno non in modo diretto, ma mediante l’inviato Onu che farà da tramite. La tregua ha permesso l’invio di aiuti umanitari in molte zone che erano assediate. Ancora nessun aiuto a Daraya e Douma, assediate dalle forze governative, e Deir Ezzor, assediata dall’Isis.


Ginevra (AsiaNews) – Una nuova serie di dialoghi per la pace in Siria avranno luogo a Ginevra dal 14 marzo e non dureranno più di 10 giorni, fino al 24 marzo.

Staffan De Mistura, inviato speciale Onu per la Siria, ha spiegato ieri che i delegati arriveranno nei prossimi giorni, in tempo per l’apertura della sessione del 14. Nei piani e nelle speranze dell’inviato Onu, dopo il 24 marzo ci dovrebbe essere una pausa e poi una nuova ripresa.

I precedenti dialoghi sono falliti il mese scorso. In compenso, una tregua – concordata fra Stati Uniti e Russia e approvata dal Consiglio di sicurezza – sembra tenere nel Paese distrutto da una guerra che dura da quasi cinque anni. Dalla tregua sono esclusi i gruppi di Al Nusra, legato ad al Qaeda, e le milizie dello Stato islamico.

I prossimi dialoghi, come quelli precedenti, si svolgeranno non in modo diretto: ognuna delle parti parlerà sempre e solo con De Mistura, che farà da tramite.

Il governo siriano ha già dato la sua disponibilità al dialogo; le opposizioni prendono tempo, sperando di esigere l’esclusione di Bashar Assad da qualunque transizione verso la pace.

Intanto, la tregua ha permesso la distribuzione di aiuti umanitari ad abitanti e sfollati in zone assediate o impervie.  De Mistura ha dichiarato che nelle scorse settimane 536 camion hanno raggiunto quasi 250mila persone, dei quali 150mila in zone assediate. Ma solo 10 aree su 18 assediate sono state raggiunte. Fra quelle ancora irraggiungibili vi sono Daraya e Douma, assediate dalle forze governative, e Deir Ezzor, assediata dall’Isis. Se la tregua tiene, entro la fine di aprile si dovrebbe raggiungere altre 870mila persone in zone impervie.

La guerra in Siria, nata sulla scia delle primavere arabe, con la richiesta di democrazia, si è a poco a poco gonfiata trasformandosi in guerra civile, regionale e internazionale, con la presenza di miliziani jihadisti da oltre 80 Paesi islamici e la massiccia partecipazione di una coalizione internazionale guidata dagli Usa – che dovrebbe combattere l’Isis, ma in realtà mantiene il controllo su Assad – e l’aviazione russa che combatte anch’essa l’Isis, ma è sospettata di colpire molti gruppi nemici di Assad.

In cinque anni la guerra ha fatto più di 270mila morti, in maggioranza civili; quasi metà della popolazione siriana – 11 milioni – sono fuggiti all’estero o sono sfollati interni.