Cina, il governo: lo Yangtze rischia l'esondazione, sarebbe un disastro

Nel 1998 il fiume Azzurro, il più lungo dell’Asia e il quarto per dimensioni al mondo, ruppe gli argini uccidendo più di 3mila persone e colpendo a vario titolo 220 milioni di cinesi. Gli esperti avvertono: “Gli effetti del Nino si faranno sentire presto, ad agosto rischiamo una catastrofe”.


Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il fiume Yangtze – il più lungo dell’Asia e il quarto al mondo per dimensioni – “potrebbe esondare nella parte centrale e meridionale del suo corso, provocando disastri simili alla tragedia del giugno 1998”.  Lo sostiene Liu Ning, Segretario generale dell’Autorità per la prevenzione delle inondazioni e vice ministro delle Risorse idriche, citando il disastro che costò la vita a più di 3mila persone e coinvolse 220 milioni di persone in 24 province cinesi.

Alla base di questa previsione vi è l’effetto di El Nino, ovvero quel fenomeno climatico periodico che provoca un forte riscaldamento delle acque del Pacifico centro-meridionale e orientale (America Latina) nei mesi di dicembre e gennaio, e in media ogni cinque anni provoca inondazioni nelle aree direttamente interessate e poi a ricasco in Asia. Quest’anno, sostiene Liu, gli affluenti dello Yangtze hanno caricato nel letto centrale una media molto più alta di acqua a causa dell’allungamento del periodo delle tempeste, iniziato prima e durato più a lungo del solito.

Le previsioni dicono che a maggio le precipitazioni medie nell’area che riguarda il fiume aumenteranno fra il 20 e il 50%, mentre fra giugno e agosto l’intero Yangtze dovrebbe essere più carico di circa il 50% del volume usuale. La percentuale potrebbe arrivare all’80% nella sezione centrale del suo corso. La scorsa settimana sono infine iniziate le piogge nelle province meridionale – Guangdong, Guangxi, Hunan, Jiangxi e Fujian – che, secondo gli esperti, dovrebbero durare circa un mese in più rispetto al solito.