Bangladesh, arsenico nell’acqua: 20 milioni di avvelenati e 43mila morti ogni anno

L’Organizzazione mondiale della sanità parla del “più grande avvelenamento di massa della storia”. I dati sono contenuti nell’ultimo report di Human Rights Watch. La presenza di arsenico nell’acqua è nota fin dagli anni ’70. Su un totale di 66 distretti, oggi ne sono contaminati 61. La previsione drammatica: dei bambini nati tra il 2000 e il 2030, sono tra gli 1 e i 5 milioni quelli che rischiano di morire per l’esposizione al veleno.


Dhaka (AsiaNews) – Circa 20 milioni di persone in Bangladesh bevono acqua contaminata dall’arsenico. Di queste, circa 65mila soffrono per problemi legati al veleno e 43mila muoiono ogni anno, soprattutto nelle aree rurali del Paese dove mancano pozzi di superficie con acqua pulita. È la denuncia dell’ultimo report presentato nei giorni scorsi da Richard Pearshouse, attivista di Human Rights Watch (Hrw). Il gruppo ha effettuato uno studio sull’esposizione ad arsenico e ha accertato che la popolazione povera beve tutti i giorni acqua contaminata, nonostante la presenza della sostanza velenosa sia nota fin dagli anni ’70. Il problema, ha sottolineato l’attivista, è che “i politici riservano i nuovi pozzi ai loro sostenitori, piuttosto che destinarli alle aree più colpite”.

La presenza di arsenico nell’acqua era stata scoperta negli anni ’70. In quel periodo il governo ha iniziato a perforare il terreno per costruire pozzi che fornissero acqua potabile sicura. Fonti di AsiaNews riferiscono però che a tutt’oggi, in 61 distretti su 66 l’acqua è ancora avvelenata.

Gli attivisti di Hrw hanno presentato uno studio di 111 pagine dal titolo “Nepotismo e incuria: la debole risposta all’arsenico nell’acqua potabile delle zone rurali del Bangladesh”. Il documento riporta che negli ultimi 12 anni il governo ha installato 210mila pozzi per arginare la crisi. La fonte di AsiaNews conferma che le autorità fanno controlli sui pozzi già esistenti e “marchiano” quelli dove rinvengono la presenza del veleno. Poi invitano la “popolazione a non utilizzare quei pozzi. Ma si dovrebbe fare molto di più”.

L’Organizzazione mondiale della sanità (Who) ha definito la crisi dell’arsenico in Bangladesh “il più grande avvelenamento di massa della storia”. L’arsenico infatti, assunto ogni giorno in piccole dosi, provoca diverse malattie, che spesso non vengono nemmeno correlate al veleno: cancro al fegato, ai reni, alla pelle, alla vescica, oltre a problemi al cuore.

L’impatto dell’esposizione attuale e passata, affermano gli attivisti, “viene sottostimato dal governo”. il sistema sanitario del Paese infatti non garantisce le cure per problemi cardiovascolari, polmonari e alla pelle, nemmeno se viene identificata la relazione con l’avvelenamento.

Infine il report fa una previsione drammatica: dei bambini nati tra il 2000 e il 2030, sono tra gli 1 e i 5 milioni su 90 totali quelli che rischiano di morire per l’esposizione all’arsenico.