Missionari del Pime: Felici per la liberazione di Del Torchio

L’ex sacerdote è stato spostato questa mattina da Zamboanga a Manila. P. Giovanni Re, superiore regionale delle Filippine: “Speriamo che si riprenda presto, perché ci hanno detto che è in condizioni precarie. Fin dall’inizio del rapimento c’era cauto ottimismo”. P. Sebastiano D’Ambra: “Ieri ho provato a fare visita a Del Torchio in ospedale ma non mi hanno fatto entrare”.

 


Manila (AsiaNews) – Siamo “molto felici per la liberazione di Rolando del Torchio e speriamo che si riprenda presto, perché ci hanno detto che è in condizioni precarie”. Così p. Giovanni Re, superiore regionale del Pime nelle Filippine, commenta il rilascio dell’ex missionario del Pime, ritrovato ieri nell’isola di Sulu (sud delle Filippine), roccaforte del gruppo estremista islamico di Abu Sayyaf. Dopo la liberazione l’uomo è stato portato all’ospedale militare di Zamboanga, mentre questa mattina è stato spostato a Manila con un volo privato dell’ambasciata italiana.

Del Torchio era stato rapito il 6 ottobre scorso nel suo ristorante “Ur Choice Cafè” a Dipolog City, Mindanao, in un’area dove operano diversi gruppi separatisti musulmani. Non è chiaro se sia stato pagato un riscatto e neanche se dietro il rapimento vi siano i fondamentalisti islamici.

“Fin dall’inizio – afferma p. Re – abbiamo avuto l’impressione che il suo fosse un rapimento per ottenere un riscatto. Per questo motivo c’era cauto ottimismo, ma in casi come questo non sia sa mai quanto possa durare la vicenda. So di altri che sono nelle mani dei rapitori da più di due anni, mentre del Torchio ‘solo’ per sei mesi. Si vede che l’ambasciata italiana e la Farnesina hanno fatto un buon lavoro, avendo contatti con l’intelligence locale”.

Durante i mesi del rapimento, continua il sacerdote, “abbiamo continuato a tenerci informati chiamando di continuo l’ambasciata. Ci rispondevano sempre che non c’erano sviluppi, ma un paio di mesi fa ci avevano assicurato che era vivo e stava bene”.

P. Sebastiano D’Ambra è missionario del Pime a Zamboanga. Nella giornata di ieri, mentre Del Torchio era convalescente nell’ospedale militare della città, ha provato a fargli visita: “Purtroppo non ci hanno fatto entrare. C’erano moltissimi giornalisti fuori e ci hanno detto che aveva bisogno di recuperare energie perché è molto dimagrito e, credo, ancora sotto shock. Sulle cause della sua liberazione ancora non c’è chiarezza, la polizia non ha voluto fornire dettagli e non sappiamo con certezza chi lo abbia rapito e se sia stato pagato un riscatto”.

Rolando Del Torchio, 57 anni, è originario di Angera (Varese). Ordinato missionario del Pime nel 1984, aveva lavorato a Napoli per alcuni anni e poi inviato nelle Filippine a Sebuco, sempre a Mindanao, vicino alla zona dove è stato rapito. Come missionario si è impegnato a fondo nel difendere i diritti degli agricoltori e dei tribali nei confronti dei padroni delle terre, mettendo spesso a rischio la sua vita. Dal 2001 ha chiesto di vivere fuori dell’Istituto, rimanendo a Zamboanga del Norte. Negli anni seguenti ha lasciato il sacerdozio per motivi personali.

Il Pontificio Istituto Missioni Estere è presente a Mindano dagli anni ’70. Nel 2011 è stato ucciso p. Fausto Tentorio, già collega di Rolando Del Torchio.