Chhattisgarh, nuovo attacco ai pentecostali: aggredito un pastore e la moglie incinta
di Nirmala Carvalho

Gli aggressori non sono stati ancora identificati, ma con ogni probabilità sono indù. Essi hanno malmenato la famiglia e costretto a cantare “Jai Sri Ram”, cioè “Vittoria al dio Ram”. Poi hanno bruciato la chiesa e gettato benzina anche sui cristiani. Di recente è avvenuto un attacco simile contro un altro gruppo pentecostale. Nello Stato vige la legge anti-conversione e tanti consigli locali hanno messo al bando ogni manifestazione religiosa non indù.


Raipur (AsiaNews) – Due criminali ancora non identificati, ma con ogni probabilità estremisti indù, hanno fatto irruzione nella chiesa pentecostale di Tokapal, nell’area di Bastar in Chhattisgarh, e hanno picchiato in modo selvaggio il pastore e la moglie incinta di sette mesi. Le violenze non hanno risparmiato nemmeno i due figli piccoli del pastore, strattonati con forza. Gli aggressori hanno bruciato la chiesa e gettato benzina sui cristiani, tentando di dar fuoco anche a loro. Il pastore e la maglie però sono riusciti a scappare.

Ad AsiaNews Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians, condanna “l’ingiustificato assalto contro il pastore innocente, sua moglie e i bambini. La minuscola comunità pentecostale in Chhattisgarh subisce continue intimidazioni e minacce da parte di scagnozzi dei gruppi estremisti di destra, che prendono di mira innocenti cristiani durante le preghiere”.

L’aggressione è avvenuta domenica 17 aprile. I due aggressori hanno fatto irruzione nella casa all’interno della chiesa armati di coltello, martello e ascia. Essi hanno prima malmenato in maniera selvaggia la famiglia cristiana, poi hanno strappato la Bibbia e le letture, cosparso tutto di benzina e appiccato il fuoco. Volevano bruciare anche il pastore e la moglie, che sono riusciti a salvarsi fuggendo dalla casa.

Gli estremisti hanno costretto i cristiani a cantare “Jai Sri Ram” [“Vittoria al dio Ram”, ndr].

L’incidente è il secondo episodio nel giro di un mese nello Stato indiano. A metà marzo un gruppo di 20 radicali indù vestiti con il copricapo color zafferano hanno fatto irruzione nella chiesa pentecostale del villaggio di Kachna. Al grido di “Jai Sri Ram”, hanno interrotto la funzione, malmenato i circa 65 fedeli presenti, comprese le donne, e devastato qualsiasi cosa sul loro cammino.

Sajan K George denuncia che le aggressioni vengono giustificate con l’accusa ai cristiani di conversioni forzate. “L’India è un Paese laico – continua – ma in Chhattisgarh si usa lo strumento del Freedom of Religion Bill per picchiare i cristiani e accusare coloro che pregano Gesù di ‘atto criminale’”.

Il Chhattisgarh Religion Freedom Act 2006 è infatti la nota legge anti-conversione in vigore nello Stato, che impedisce le conversioni dall’induismo alle altre religioni, ma non il contrario. Inoltre diversi panchayat [i consigli locali] di Tokapal, conclude il leader cristiano, “hanno approvato un’ordinanza, all’interno della sezione 129 (G) del Chhattisgarh Panchayat Raj Act, che mette al bando anche tutte le forme di propaganda, preghiera e discorsi religiosi non indù nei villaggi”.