Bangladesh, assassinati due attivisti della comunità Lgbt
di Sumon Corraya

Xulhaz Mannan e Tonoy Majumder sono stati freddati a colpi di machete. Sei uomini hanno fatto irruzione nell’appartamento di Xulhaz e hanno ferito anche la guardia di sicurezza del palazzo. Il funzionario USA aveva fondato il primo giornale che si occupa dei diritti della comunità Lgbt nel Paese. In Bangladesh le relazioni omosessuali sono illegali.


Dhaka (AsiaNews) – Xulhaz Mannan, un funzionario del governo statunitense, e il suo compagno Tonoy Majumder sono stati assassinati ieri sera a Dhaka perché appartenenti alla comunità omosessuale e attivisti in favore dei diritti dei gay in Bangladesh. Alcuni criminali, ancora ignoti, hanno fatto irruzione nell’appartamento di Xulhaz e hanno freddato i due uomini a colpi di machete. Marcia Bernicat, ambasciatrice USA in Bangladesh, ha condannato l’omicidio: “Sono devastata dal brutale assassinio di Xulhaz Mannan e di un altro giovane. Xulhaz era più di un collega per chi ha avuto la fortuna di lavorare con lui. Era un caro amico. Le nostre preghiere vanno a lui, al suo amico e a coloro che sono rimasti feriti nell’attacco. Noi denunciamo questo atto di violenza senza senso e chiamo con urgenza al governo di assicurare nel più breve tempo alla giustizia gli autori di questi omicidi”.

L’aggressione ai due attivisti della comunità Lgbt è avvenuta ieri sera. Parvez Mollah, la guardia di sicurezza che controllava gli ingressi nel palazzo, ha raccontato di aver fermato sei uomini, vestiti con le divise di una ditta di corriere espresso. Gli uomini portavano con sé delle borse, e hanno riferito alla guardia di dover consegnare un pacco nell’appartamento di Xulhaz. Ottenuto il permesso di entrare nell’edificio, hanno fatto irruzione nell’appartamento e hanno ucciso i due uomini con colpi di ascia alla testa e al collo. L’uomo della sicurezza ha provato a impedire l‘aggressione, ed è stato colpito a sua volta.

Xulhaz era un volto noto della comunità omosessuale del Bangladesh. Egli era il direttore del “Roopban”, il primo giornale del Paese in favore della comunità Lgbt. Tonoy invece lavorava da un anno presso lo stesso giornale e in precedenza aveva lavorato per “Boy of Bangladesh”, una piattaforma della comunità gay.

Nel Paese asiatico, a maggioranza musulmana, le relazioni con persone dello stesso sesso sono illegali. Numeri non ufficiali parlano di 1,6 milioni di lesbiche, gay, bisessuali e transgender. Altre stime portano il numero fino a 4,8 milioni di persone.

Le organizzazioni che si spendono in loro favore denunciano che ai membri della comunità non vengono riconosciuti diritti sociali, religiosi e sostegno legale. Un gay residente a Dhaka, che non vuole rivelare il nome, dice ad AsiaNews: “In Bangladesh viviamo come dei muti. Non possiamo alzare la voce in modo pubblico e i radicali ci perseguitano. Noi vogliamo vivere in pace. Non creiamo problemi a nessuno”.

Il segretario di Stato Usa, John Kerry, ha condannato con fermezza i due omicidi e ha offerto aiuto nelle indagini. John Kirby, il suo portavoce, ha dichiarato di non conoscere le motivazioni dell’attacco, ma ha anche definito il funzionario USA come un “coraggioso difensore” dei diritti Lgbt, che “sono diritti umani. L’uccisione va oltre le parole, non è giustificabile”.