Corea, fra stress e competizione spariscono i pasti in famiglia

Nel Paese il 55% della popolazione fra i 19 e i 64 anni consuma i propri pasti da solo, e le famiglie “mono-persona” sono arrivate al 27,1% del totale. Schiacciati da un enorme carico di lavoro e sempre più incapaci di condurre una vita sociale, i giovani – soprattutto a Seoul – si tuffano nella vita virtuale: la “Diva”, fenomeno coreano del web, guadagna migliaia di dollari al mese mangiando davanti a una webcam.


Seoul (AsiaNews) – “Honbap”, in lingua coreana, significa “persona che mangia da sola”. E per Shim Kwon-ho, impiegato 31enne di Seoul, è un termine discriminatorio: “Mangio da solo, così come vado da solo al cinema o ai concerti. Perché non c’è una parola per indicare chi mangia in compagnia? Siamo discriminati, anche se siamo la maggioranza”. I dati gli danno ragione: il 55% della popolazione totale fra i 19 e i 64 anni consuma i propri pasti da solo. Un fenomeno, avverte il ministero della Salute, “in aumento”.

La Fondazione per la promozione della salute pubblica – che ha condotto lo studio – sottolinea che nella fascia di età fra i 30 e i 59 anni (ovvero quella più intensa dal punto di vista lavorativo) la media sale. Ma i motivi, spiegano gli esperti, sono molto semplici: chi mangia da solo lo fa per risparmiare tempo e soprattutto perché non ha nessuno con cui farlo.

Jang Hee-seok ha 33 anni e lavora anche lui nella capitale. All’ora di pranzo si reca in un “convenience store” – negozietti alimentari molto diffusi in tutta l’Asia – e sceglie un piatto pronto. Le opzioni più popolari sono riso con petto di pollo, maiale fritto o kimchi (cavolo stagionato). Il suo preferito è il bulgogi (manzo marinato) con gochujang, una piccantissima pasta rossa tipica della cucina coreana. Torna in ufficio, mette la confezione nel microonde e si siede di nuovo davanti al computer consumando il pasto. In totale ha speso 4mila won (circa 3 euro) e 15 minuti di tempo.

Anche se in generale i prodotti precotti sono di media qualità, Jang ammette di avere una dieta poco sana e poco variegata: “Non mi va di spendere denaro per andare al ristorante. Tanto mangerei da solo comunque. Ritengo sia più sensato mangiare bene, e spendere, se hai qualcuno con cui condividere il tutto”.

Nel periodo fra il 2010 e il 2015 la percentuale di famiglie “mono-persona” in Corea del Sud è salita dal 15,8 al 27,1% del totale della popolazione: ovvero circa cinque milioni di persone. Si tratta di un problema serio, che continua a tenere i livelli di natalità fra i più bassi del mondo e spinge una fetta considerevole di popolazione attiva a rinchiudersi dentro un mondo virtuale da cui è difficile uscire.

Ne è un esempio il caso della “Diva”, vero nome Park Seo-Yeon, che guadagna circa 9mila euro al mese mangiando davanti a una webcam su Afreeca TV, network online molto popolare in Corea del Sud. La Diva consuma circa tre chili di carne al giorno, e per la spesa ha un budget di altri 3mila dollari. Online i commenti ai suoi pasti vanno da chi chiede consigli di cucina a chi, più semplicemente, la ringrazia per “aver passato del tempo insieme” a mangiare.

Serim An, coordinatore delle pubbliche relazioni del network, spiega che il successo della “mangiatrice” si basa su tre fattori: “L’aumento delle persone che vivono e mangiano da sole, la crescente solitudine che coinvolge tutta la società coreana e l’eccessiva mania salutista che vede nel cibo un nemico”. La stessa Diva dichiara che il commento che l’ha colpita di più è stato quello di una ragazza che, anoressica, ha ricominciato a mangiare grazie al suo esempio.

Questa solitudine sociale rischia di divenire un serpente che si morde la coda. Alla Yonhap – agenzia di stampa coreana – Jang spiega infatti che dietro alla decisione di mangiare da solo in ufficio c’è anche un altro motivo: “Non voglio sembrare un emarginato sociale, e se vai al ristorante da solo molti ti guardano male perché pensano che ci sia qualcosa di sbagliato nella tua vita”. In questo modo, però, si annullano anche le possibilità di fare nuovi incontri.

La Fondazione che ha condotto la ricerca spiega che questa scelta di vita comporta dei rischi anche per la salute, data la tendenza a mangiare male quando si è da soli: il 45,8% degli intervistati ammette di “non consumare cibo sano”, il 19,1% mangia al fast food ogni giorno, il 15,3% mangia velocemente per non dare una cattiva impressione ai colleghi e ai superiori.