Il Vietnam a rischio carestia: i cattolici in campo contro l’emergenza
di Nguyen Hung

La produzione di riso dimezzata; in molte province è impossibile pescare a causa dell’inquinamento dell’oceano. Mons. Vũ Đình Hiệu, presidente della Commissione per le attività sociali e caritative della Caritas, rivolge un appello a tutti i cattolici affinché si mobilitino per aiutare le persone più colpite. I giovani della Caritas portano cibo e acqua potabile nelle zone più inquinate.

 


Hanoi (AsiaNews) – Nei prossimi anni il Vietnam potrebbe affrontare la peggiore carestia dagli anni ’40. È l’allarme che arriva da esperti di diversi settori, preoccupati dal sommarsi di due emergenze ambientali che stanno colpendo il Paese da alcune settimane: l’inquinamento del mare e la siccità. Mons. Vũ Đình Hiệu, presidente della Commissione per le attività sociali e caritative della Caritas, ha rivolto un appello a tutte e 26 le diocesi, alle parrocchie e ai singoli cattolici affinché si mobilitino per aiutare le persone più colpite.

Le provincie centrali del Vietnam stanno affrontando la prima emergenza: il massiccio inquinamento dell’oceano che ha causato la morte di centinaia di migliaia di pesci e messo in ginocchio i pescatori locali. Balene, gamberi, granchi, conchiglie, alghe: nessuna specie marina si è salvata dopo che un tubo di scarico appartenente alla compagnia dell’acciaio Hưng Nghiệp (del Formosa Plastic Group di Taiwan) ha iniziato a riversare ogni giorno 12mila metri cubi di liquido tossico in acqua. Da settimane la Chiesa e la società civile criticano il governo di Hanoi, colpevole di non aver tutelato la salute dei cittadini, non aver punito i colpevoli e aver represso con la violenza le manifestazioni pacifiche.

La seconda emergenza riguarda la zona meridionale del Paese, attorno al delta del Mekong. Gli effetti del fenomeno climatico El Niño, uniti al blocco delle acque causato dalle dighe cinesi nella parte settentrionale del fiume, hanno provocato una grave siccità e innalzato il tasso di salinità nel terreno, arrivato a livelli mai registrati. Con l’abbassamento delle acque del Mekong, infatti, il mare ha guadagnato terreno rendendo inutilizzabili i campi.

Il delta fornisce cibo al 56% della popolazione vietnamita (45 milioni di persone). A causa della siccità la produzione di riso si è dimezzata. Esperti vietnamiti e stranieri affermano che “in futuro il Paese non affronterà solo una mancanza di pesce, ma di cibo pulito (senza elementi chimici) e di acqua potabile. Potrebbe generarsi una carestia come quella avvenuta fra l’ottobre 1944 e il giugno 1945, in cui morirono 2 milioni di persone”.

In una lettera scritta il 25 maggio scorso, mons. Vũ Đình Hiệu ha detto: “Stiamo affrontando una situazione tragica. Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto molti messaggi che testimoniano la catastrofe nelle province centrali”. “Nello spirito del Giubileo della misericordia – ha aggiunto il presule – tutti i cattolici vietnamiti (circa 7 milioni) sono invitati ad unirsi in preghiera e a contribuire con lavori caritativi per i nostri fratelli e sorelle che sono in circostanze difficili”.

Alcuni gruppi giovanili della Caritas si sono recati nei luoghi più colpiti dall’inquinamento per sostenere gli abitanti locali con donazioni, cibo sano e acqua potabile.