Card. Bo: Il governo vuole la pace fra le religioni, ma i militari non collaborano

L’arcivescovo di Yangon commenta ad AsiaNews la nuova proposta di legge tesa ad ottenere “l’armonia confessionale nel Paese”. Il ministro delle Religioni ha incontrato i leader di tutte le fedi, “ma la discussione è stata superficiale”. Rimangono tensioni fra la maggioranza buddista e le minoranze cristiana e musulmana, anche se “è coraggioso il passo che sta facendo Aung San Suu Kyi”.

 


Yangon (AsiaNews) – Il nuovo governo “darà priorità alla promozione dell’armonia nel Paese, anche se per appianare le tensioni che ci sono occorrerà tempo. Rimango però scettico circa il contributo che su questo punto potranno dare lo Union Solidarity and Development Party (Usdp) e i militari”. È questa la riflessione del card. Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon, alla notizia che il nuovo governo della Lega nazionale per la democrazia (Nld) ha in cantiere un pacchetto di leggi sull’armonia religiosa. I provvedimenti sono tesi a “promuovere la convivenza pacifica fra le confessioni e ad agire contro coloro che disturbano questo stato di armonia”. Il riferimento è agli scontri che si verificano tra la maggioranza buddista e le minoranze (in primo luogo musulmana e cristiana). La legge era già stata progettata dalla giunta militare ma non è mai arrivata in Parlamento.

La Costituzione promulgata nel 2008 dall’Usdp (partito emanazione dei militari) stabilisce il “diritto di professare e praticare la religione nel rispetto dell’ordine pubblico, della moralità, della salute e delle altre disposizioni della Carta”. Negli anni successivi, però, il partito ha approvato quattro leggi promosse dal Comitato per la protezione della nazionalità e della religione (Ma Ba Tha, un gruppo buddista) e contenute all’interno del pacchetto “Leggi a difesa della razza e della religione”. Le norme regolano poligamia e conversioni, e sono state volute per colpire la minoranza musulmana.

Thura U Aung Ko, ministro degli Affari religiosi e della cultura, ha incontrato alcune settimane fa i leader dei gruppi interreligiosi per discutere la legge prima che venga portata in parlamento. Parlando ad AsiaNews, il card. Bo afferma che “almeno un sacerdote cattolico era presente, ma purtroppo non c’è stata una discussione seria. Il ministro ha assicurato i leader che è ben disposto verso tutte le fedi, ma temo che sia stato molto superficiale”.

L’arcivescovo aggiunge: “Il ministro ha citato il caso del monaco buddista del distretto di Hpa-an, che ha costruito una pagoda sul suolo di una chiesa anglicana. Egli ha detto che la questione si è risolta perché l’arcivescovo anglicano ha regalato il terreno ai buddisti. In realtà si è dovuto arrendere per non creare ulteriori problemi. Questo monaco è un prepotente”.

Secondo il card. Bo la proposta di questa nuova legge sull’armonia religiosa è un segno che “Aung San Suu Kyi [leader della Nld ndr] sta preparando la strada per raggiungere la pace fra le fedi. Un’altra indicazione di questo è il fatto che abbia chiamato a colloquio i monaci del Ma Ba Tha, offrendo loro rispetto e chiedendo le loro preghiere”. La Signora, continua l’arcivescovo, “ha anche consigliato ai monaci di avere rispetto e stima per le altre religioni e di non discriminare secondo razza e fede”. Questo, conclude il presule, “è un passo coraggioso che lei sta facendo, nel seguire la Costituzione laddove essa protegge le religioni contro le discriminazioni”.

Il Myanmar è una nazione a larga maggioranza buddista, teatro dal 2012 di una lunga serie di violenze confessionali che hanno causato almeno 300 morti e 140mila sfollati, la maggior parte dei quali musulmani Rohingya. Tuttavia, anche i cristiani hanno talvolta problemi con la maggioranza di etnia birmana e di fede buddista.