Concilio panortodosso, riunione d’urgenza del Sinodo patriarcale di Mosca per decidere la loro partecipazione
di Marta Allevato

Metropolita Hilarion: “sconvolti” dal rifiuto di Costantinopoli a un incontro straordinario preconciliare per risolvere le questioni sollevate dalle Chiese locali. “Le decisioni del Concilio devono essere prese con consenso unanime e questo non si può avere, se mancano alcune Chiese”.


Mosca (AsiaNews) - La Chiesa ortodossa russa ha convocato una riunione d’urgenza del suo Sinodo per decidere sulla partecipazione al Concilio panortodosso, fissato per metà giugno a Creta, dopo che alcune Chiese locali hanno annunciato la loro defezione. A renderlo noto, oggi, è il presidente del dipartimento per le Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, il metropolita Hilarion (Alfeyev). “Abbiamo sempre detto che le decisioni del Concilio devono avere consenso per essere promulgate. - ha spiegato alla Tass - Crediamo che il consenso implichi non il mero accordo di coloro che sono presenti, mentre altri sono assenti. Il consenso deve significare opinione unanime di tutte le Chiese ortodosse locali. Se una di loro è assente, pensiamo significhi che non vi è consenso”.

Il rifiuto della Chiesa bulgara di partecipare, a cui è seguito anche quello del Patriarcato di Antiochia, ha aggiunto Hilarion, è un “segnale allarmante a cui dobbiamo reagire”. “Siamo in una situazione d’emergenza che richiede soluzioni urgenti”, ha detto, aggiungendo che “se queste questioni non verranno risolte, allora è meglio posticipare il Concilio”.

La Chiesa bulgara e quella georgiana, nei giorni scorsi, hanno dichiarato la necessità di ridiscutere ed emendare alcuni dei documenti che il Concilio di Creta dovrebbe promulgare e per la cui stesura si è già dovuti passare attraverso un travagliato iter. Al centro dei malumori, vi sono i documenti sul sacramento del matrimonio, sulle Chiese ortodosse e il mondo contemporaneo e sul rapporto con altre confessioni cristiane. Questi gruppi criticano la posizione “ecumenica” contenuta nei testi e insistono che cattolici e protestanti vengano definiti eretici e non “Chiese”. Anche il Patriarcato di Antiochia ha espresso rimostranze, ma più legate alla mancata soluzione del contenzioso con il Patriarcato di Gerusalemme sulla giurisdizione degli ortodossi del Qatar.

Alla luce di tutto ciò, il Sinodo del Patriarcato di Mosca aveva chiesto la convocazione, entro il 10 giugno, di una riunione panortodossa, preconciliare straordinaria, volta a valutare gli emendamenti elaborati dalle Chiese nazionali sui documenti da promulgare durante il Concilio e l’eventuale necessità di posporlo. Idea, però, bocciata da Costantinopoli (incaricata di organizzare l’evento), che fin dall’inizio ha cercato di limitare il più possibile la discussione dei testi, usciti dall’incontro dei 14 capi delle Chiese autocefale ortodosse, tenutosi a Chambésy, in Svizzera, lo scorso gennaio. “Siamo naturalmente sconvolti dalla reazione di Costantinopoli. - ha denunciato Hilarion - Significa che il Patriarcato di Costantinopoli ha poco interesse in quello che dicono le Chiese locali”.

Il Concilio panortodosso non si convoca da oltre 1000 anni e i preparativi per il suo svolgimento hanno richiesto più di 50 anni.  Nel 2014, i leader spirituali ortodossi avevano deciso di tenerlo nel 2016 a Sant’Irene, l’antica cattedrale di Costantinopoli, dove ebbe sede il secondo Concilio ecumenico della Chiesa indivisa (nel 553), “salvo impedimenti dovuti a circostanze impreviste”. La città turca era, però, diventata “scomoda” per la delegazione russa, dopo l’esplodere delle tensioni tra Mosca e Ankara per l’abbattimento del jet russo al confine con la Siria. È stata così scelta l’isola greca di Creta, sotto la giurisdizione del Patriarcato di Costantinopoli.