Conflitto siriano: gli aiuti umanitari raggiungono Darayya, sotto assedio governativo

Per la prima volta dal 2012 farmaci e derrate alimentari raggiungono il sobborgo a sud-ovest della capitale. L’area è stata fra le prime a lanciare la protesta contro il presidente Assad. Consegnati alimenti, medicine e farina. Basteranno per soddisfare i bisogni di un mese. La coalizione Usa pronta ad attaccare Manbij, roccaforte dello Stato islamico nel nord. 


Damasco (AsiaNews/Agenzie) - Il primo convoglio di aiuti umanitari, con a bordo derrate alimentari e non, insieme ad altri generi di prima necessità, ha raggiunto nella serata di ieri Darayya, sobborgo 12 km a sud-ovest di Damasco da tempo sotto assedio. Si tratta del primo carico di cibo a raggiungere l’area dal 2012; la zona è stata una delle prime del Paese teatro della protesta contro il presidente Bashar al-Assad e il governo siriano nella primavera del 2011. 

I camion contenevano alimenti, medicine e farina per la preparazione del pane. Nei giorni scorsi un altro carico di aiuti aveva già raggiunto Darayya, ma vi erano solo piccoli quantitativi di medicine e altri generi di prima necessità. E non erano presenti generi alimentari. 

Ad aprile le Nazioni Unite avevano lanciato l’allarme affermando che almeno 8mila persone, in grande maggioranza civili, vivevano da tempo sotto l’assedio dell’esercito governativo.

L’inviato speciale Onu per la Siria Staffan de Mistura ha confermato ieri il via libera da parte di Damasco per la distribuzione di aiuti in 19 aree assediate. All’interno di questi territori vivono almeno 600mila persone, la maggior parte delle quali in condizioni di estremo bisogno e difficoltà. 

Tamam Mehrez, direttore esecutivo della Mezzaluna Rossa in Siria, riferisce che gli aiuti consegnati ieri basteranno a soddisfare i bisogni di un mese della popolazione. Al momento della consegna non vi erano molte persone in attesa perché “la gente non crede più alle promesse” e per il “timore di attacchi. Per questo i cittadini non si radunano più in gruppi o capannelli”. 

Intanto sul fronte militare le forze armate statunitensi hanno ormai raggiunto una delle roccaforti dello Stato islamico (SI) nel nord del Paese e si preparano a lanciare l’attacco. Obiettivo della coalizione a guida Usa è la cittadina di Manbij, che si trova lungo la direttrice che collega il confine turco con Raqqa, la “capitale” dei jihadisti in Siria. Una via di comunicazione essenziale usata dai miliziani per scorte e rifornimenti di uomini e mezzi.

Il conflitto siriano, divampato nel marzo 2011 come rivolta civile contro il presidente Bashar al-Assad, ha causato almeno 280mila morti e originato una crisi umanitaria senza precedenti, con milioni di profughi.