Geagea a Parigi per controlli medici e per turismo

Parigi (AsiaNews) – Samir Geagea, ex leader delle Forze Libanesi, ha scelto di passare i primi giorni di libertà a Parigi, dopo più di 11 anni di prigione nei sotterranei del Ministero della difesa a Yarze. Geagea è giunto ieri sera nella capitale francese - solo poche ore dopo la sua liberazione - con un volo di linea, accompagnato dalla moglie Strida e da un ristretto numero di amici.

Non appena la notizia dell'arrivo di Geagea a Parigi si è diffusa nei giorni scorsi, i sostenitori delle Forze Libanesi in Francia si sono mossi per accogliere il loro ex capo. Al suo arrivo vi erano almeno 500 persone a salutarlo con bandiere e grandi foto. Presente anche la stampa e la televisione.

Poco prima dell'arrivo dell'ex capo delle milizie cristiane, il Ministero francese degli esteri ha spiegato che il soggiorno di Geagea era da considerare a carattere  "privato". Membri delle Forze Libanesi a Beirut hanno detto che Geagea si fermerà in Francia per 4 o 6 settimane per una convalescenza dopo la prigionia, sottoponendosi a controlli medici e facendo del turismo.

La liberazione di Samir Geagea, a causa di un'amnistia votata dal parlamento libanese, è visto come uno dei frutti del nuovo corso del paese, dopo il ritiro delle truppe siriane, dopo quasi 30 anni.

Appena liberato dalla prigione, Geagea ha pronunciato un discorso, ripercorrendo gli 11 anni passati "in una piccola cella sotterranea, isolato totalmente dal mondo esterno".

Dopo aver ricordato i "martiri" dell'indipendenza del Libano (in particolare Rafic Hariri e René Moawad), egli ha voluto ringraziare una lunga serie di nomi: il Patriarca Sfeir e molti vescovi che "non hanno mai cessato di sostenere la causa" del suo rilascio "fin dall'inizio"; gli "alleati" del Partito socialista di Walid Joumblatt e del Futuro di Saad Rafik; i membri del gruppo di Qornet Shehwan; il movimento del gen. Michel Aoun.

"Il mio grazie speciale – ha concluso Geagea – va alle centinaia di migliaia di libanesi che hanno trasformato la marcia del 14 febbraio [subito dopo l'assassinio di Rafic Hariri –ndr] in una processione nazionale verso la libertà, la dignità e la giustizia". (JH)