Distribuivano Bibbie ai terremotati, cristiani nepalesi arrestati per proselitismo
di Christopher Sharma

Sette fedeli e un pastore rischiano il processo, il tribunale deve pronunciarsi sul rinvio a giudizio. Arrestati a giugno per aver consegnato copie del libro sacro in una scuola del distretto di Dolakha. In realtà gli studenti sarebbero cristiani e hanno chiesto il libro in regalo. Gruppi nazionalisti indù chiedono il massimo della pena. 


Kathmandu (AsiaNews) - Sette cristiani protestanti e un pastore rischiano di finire sotto processo con l’accusa di aver distribuito Bibbie ai bambini di una scuola, con finalità di proselitismo. Fonti locali riferiscono che non vi è ancora una data fissata, ma i giudici si preparano a convocare gli indagati per notificare loro il capo di imputazione.

L’arresto risale al 9 giugno scorso scorso, quando la polizia ha fermato il gruppo di sette fedeli intenti a distribuire materiale religioso cristiano ai bambini di una scuola di Dolakha, distretto settentrionale del Nepal, fra i più colpiti dal devastante terremoto dell’aprile 2015. 

Qualche giorno più tardi, il 14 giugno, le autorità hanno ordinato anche il fermo del pastore protestante Shakti Pakhrin per legami con le persone già sotto inchiesta per proselitismo. 

Alcuni giorni dopo l'arresto gli otto cristiani - fra i quali vi sono due insegnanti e attivisti che operano per l’associazione “Teach Nepal”, in prima fila nell’opera di ricostruzione post terremoto - sono stati rilasciati con l’obbligo di comparire in tribunale in caso di convocazione. Il capo di accusa a loro carico è di aver “distribuito Bibbie” con il proposito di “convertire” gli alunni. 

La polizia, come spiega il funzionario capo del distretto Bel Bahadur Pande, è intervenuta su richiesta di politici e guardie locali che “si lamentavano per la distribuzione delle Bibbie”.

Essi avrebbero violato l’art. 26 comma 3 della Costituzione del Nepal, che regola la libertà religiosa e stabilisce che non sono ammessi atti “contro la salute pubblica, la decenza e la moralità, o minare la pace sociale o convertire qualcuno da una religione all’altra”. 

I cristiani hanno respinto al mittente le accuse, sottolineando che la distribuzione del testo sacro riguardava “solo gli studenti cristiani”, che ne avevano fatto richiesta in precedenza. “Abbiamo distribuito il dono solo a loro” afferma Prakash Pradhan, preside dell’istituto privato Mount Valley Academy. 

A difesa degli otto arrestati sono scesi in campo anche leader e movimenti cristiani nepalesi, che parlano di torture e fermo ingiustificato. Per Tank Subedi, fondatore della “Famiglia di Dio”, essi avevano promosso una “campagna di sensibilizzazione” post terremoto e, durante le lezioni “come fanno altre religioni” potrebbero aver usato “alcuni passi della bibbia” ma questo “non può essere reato reato in una nazione laica”. 

Nel frattempo la Federation of National Christian, Nepal (Fncn) ha prodotto un memorandum di difesa inviato al ministro degli Interni Shakti Bahadur Basnet, perché disponga il rilascio e il proscioglimento immediato dei leader cristiani. “Sono false accuse - spiegano in un comunicato - per alimentare le paure fra i cristiani”, mentre gruppi nazionalisti indù chiedono che venga comminata la pena massima prevista dal codice.