Leader buddisti birmani contro il movimento anti-musulmano Ma Ba Tha

Per la prima volta lo Sangha Maha Nayaka Committe sconfessa in modo aperto il gruppo estremista. In una nota i leader buddisti affermano di non aver mai sostenuto le idee e i proclami ultra-nazionalisti. Un portavoce del Ma Ba Tha parla di organizzazione su base volontaria che non necessita di approvazione. 


Bangkok (AsiaNews/Agenzie) - Le più alte cariche del buddismo birmano si schierano contro il movimento estremista Ma Ba Tha, prendendo in modo netto le distanze dal loro pensiero e dalla loro ideologia. Per la prima volta i vertici della più importante religione del Myanmar sconfessano le azioni del gruppo nazionalista, protagonista in passato di attacchi contro la minoranza musulmana Rohingya e fautori di una escalation di violenze confessionali nel Paese. 

In una nota pubblicata nella serata di ieri lo Sangha Maha Nayaka Committee, che rappresenta i vertici del clero buddista birmano, dichiara di non aver mai sostenuto o promosso le idee e i proclami ultra-nazionalisti del movimento “Ma Ba Tha”. 

Dalla fondazione - circa tre anni fa - il gruppo estremista birmano nato dal movimento anti-islamico 969 e che oggi ha uffici in tutto il Paese è stato in prima linea nella protesta contro la minoranza musulmana e, in particolare, nei confronti dei Rohingya. Una minoranza perseguitata secondo attivisti e ong internazionali; immigrati irregolari per il precedente governo (filo-militare) del Myanmar, che non ha risparmiato politiche repressive nei loro confronti. 

Alla vigilia dell’incontro che radunerà circa 50 monaci di primo piano provenienti da tutto il Paese, che si sono dati appuntamento alla periferia di Yangon, i vertici del buddismo locale precisano che il Ma Ba Tha non è nato secondo le regole e con l’approvazione dello Shangha. 

In risposta, un portavoce del movimento estremista afferma che “[la nostra] è una organizzazione su base volontaria… e non necessita di registrazioni o approvazioni”. 

La Costituzione promulgata nel 2008 dallo Union Solidarity and Development Party (Usdp, emanazione dei militari) stabilisce il “diritto di professare e praticare la religione nel rispetto dell’ordine pubblico, della moralità, della salute e delle altre disposizioni della Carta”.

Negli anni successivi, però, il partito ha approvato quattro leggi promosse dal Comitato per la protezione della nazionalità e della religione (Ma Ba Tha) e contenute all’interno del pacchetto “Leggi a difesa della razza e della religione”. Le norme regolano poligamia e conversioni, e sono state volute per colpire la minoranza musulmana.

Pur avendo ottenuto un pessimo risultato nelle elezioni del novembre scorso, il movimento estremista ha continuato ad alimentare la difesa dell’etnia birmana e della religione buddista in chiave anti-musulmana, considerando l’islam una minaccia. In passato le protese e le manifestazioni promosse dal gruppo sono state all’origine di violenze e della morte di diversi esponenti della comunità musulmana. E gli attacchi continuano, visto che solo il mese scorso due moschee sono state date alle fiamme nel centro e nel nord del Myanmar.