Liberata Judith D’Souza, l’operatrice cattolica indiana rapita in Afghanistan
di Nirmala Carvalho

Era stata rapita lo scorso 9 giugno. Non si sa se sia stato pagato un riscatto. Lavorava in Afghanistan in una Ong dell’Aga Khan per accrescere la consapevolezza delle donne. La gioia della famiglia.


Calcutta (AsiaNews) – Judith D’Souza, la cooperante indiana rapita in Afghanistan lo scorso 9 giugno, è stata liberata e raggiungerà Delhi in serata. Ne ha dato notizia con un tweet lo stesso ministro degli Esteri, signora Sushma Swaraj, che ha ringraziato il governo afghano per la collaborazione.

Judith D’Souza, cattolica di Calcutta, lavora dal luglio 2015 per l’Ong Aga Khan Network come consigliere tecnico, impegnata nell’aumentare la consapevolezza del ruolo delle donne in Afghanistan. Il 9 giugno scorso era stata rapita nella zona di Qala-e-Fatullah a Kabul, mentre tornava a casa dopo una cena con amici.

Da subito gli investigatori hanno pensato che dietro il rapimento della donna non ci fosse un gruppo terrorista, ma un racket organizzato che rapisce gli stranieri e li libera in cambio di un riscatto. Non si sa se per Judith D’Souza sia stato pagato alcuna somma.

I familiari, che avevano scritto al premier Narendra Modi chiedendogli di fare tutto il possibile per la liberazione, hanno espresso la loro gioia con un tweet da parte del fratello di Judith, Jerome: “Judith è stata liberata dal governo. La gioia della nostra famiglia è sconfinata. Gratitudine al Premier, al ministro Sushma Swaraj, a Vohra Manpreet [ambasciatore indiano in Afghanistan]”.

Per la liberazione di Judith si erano mossi anche l’arcivescovo di Calcutta, mons. Thomas D’Souza, e molti cattolici che hanno inviato appelli al governo e organizzato momenti di preghiera (v. foto 2).