Chiesa coreana: un manuale per la corretta devozione a Maria
di Theresa Kim Hwa-young

Il libro sarà pubblicato su iniziativa della Commissione per la dottrina della fede della Conferenza episcopale coreana.


Seoul (AsiaNews) – La Commissione per la dottrina della fede della Conferenza episcopale coreana (Cbck) ha deciso di pubblicare un libro dal titolo "La corretta devozione alla Beata Vergine Maria", per promuovere un corretto culto mariano. La decisione è giunta in seguito all'incontro del 12 e 13 luglio presso la sede della Cbck.

Il libro è diviso in 5 capitoli: "La storia della devozione alla Beata Vergine Maria", "La dottrina della Beata Vergine Maria", "Preghiere e feste di devozione alla Beata Vergine Maria", "Errata devozione alla Beata Vergine Maria" e "Corretta devozione alla Beata Vergine Maria". Con questo, verrà chiaramente confermata la contrarietà della Chiesa a esempi di una deviata devozione alla Madonna, come i casi di Teresa di Sanju, Julia di Naju e Nostra Signora di Bayside.

La questione più controversa è quella riguardante Julia di Naju, presunta prima destinataria di una serie di apparizioni mariane e di miracoli partiti dalla cittadina di Naju nel 1985. Le apparizioni e i miracoli hanno raccolto un consistente numero di fedeli, non solo coreani, soprattutto per la supposta trasformazione dell'eucarestia in carne e sangue. Riguardo l'errata devozione mariana della cosiddetta Julia di Naju, mons. Andreas Choi Chang-mu, arcivescovo di Kwangju, e mons. Yoon Kong-hi, vescovo emerito, hanno chiesto che vengano interrotti tutti i riti, nonostante ci siano ancora seguaci. Analogo il caso della Madonna di Bayside, che sarebbe apparsa a New York nel 1974.

Il libro avrà anche lo scopo di spingere il fedeli a rispettare e a mettere in pratica in modo attivo la tradizionale devozione alla Vergine.

La Commissione per la dottrina della fede intende proporre alla Cbck la convocazione di ispettori per esaminare il lavoro dei mass media legati alla Chiesa. La Commissione ha anche suggerito che venga concesso il permesso di intervenire su televisione, radio e giornali solo a quei sacerdoti che abbiano ottenuto l'approvazione dell'ordinario regionale, secondo il codice di diritto canonico e secondo i regolamenti della Chiesa coreana.

La decisione è la conseguenza di alcune segnalazioni di sacerdoti e religiosi che hanno espresso in chiesa e tramite i mass media opinioni contrarie agli insegnamenti della Chiesa cattolica, col rischio di sviare i fedeli.