Insegnanti cattolici: il dittatore Marcos non va sepolto fra gli eroi del Paese

L’Associazione per l’istruzione cattolica delle Filippine contesta la decisione del presidente Duterte di spostare la salma dell’ex presidente nel cimitero monumentale di Manila. La nazione “non verrà sanata da questa scelta, ma si dividerà ancora di più”. Il leader filippino “ricordi piuttosto sua madre, vera eroina della nostra libertà”.


Manila (AsiaNews/Cbcp) – La decisione di seppellire l’ex dittatore Ferdinando Marcos nel cimitero degli eroi nazionali delle Filippine “non aiuterà l’unità del Paese, e non curerà le sue ferite. Questo è evidente, data la gravità dei crimini che ha commesso contro il popolo e contro la nazione intera”. Lo scrive l’Associazione per l’istruzione cattolica in una lettera aperta inviata al presidente Rodrigo Duterte.

Il nuovo leader ha annunciato l’intenzione di trasferire nel prossimo settembre i resti mortali di Marcos nel cimitero monumentale Libingan, dove riposano gli eroi dell’indipendenza dal Giappone e quelli che hanno combattuto proprio contro la dittatura del defunto “uomo forte di Manila”. Questi ha “regnato” sulle Filippine dal 1965 al 1986, applicando una feroce legge marziale per “contrastare la penetrazione comunista”. Dimessosi dopo le proteste popolari guidate in buona parte dalla Chiesa cattolica, è morto in esilio alle Hawaii nel 1989. Al momento è sepolto a Batac, nel nord del Paese.

Il neo eletto Duterte ha in più occasioni strizzato l’occhio ai sostenitori dell’ex dittatore, arrivando a proporre il figlio Ferdinando Marcos jr come suo vice presidente. Ora la tumulazione ha riaperto il dibattito: il gruppo di educatori cattolici, composto da 1.425 istituzioni di ogni livello, chiede di annullare la decisione.

La nuova tomba, scrivono, “arriverebbe a invalidare quello che molti eroi hanno fatto davvero per la patria. Eroi come la sua stessa madre, signor presidente, che amiamo e onoriamo in quanto una delle più forti combattenti per la libertà, la democrazia e la giustizia” proprio contro la dittatura Marcos. “Il dittatore non era un eroe – conclude il testo – e ci aspettiamo che lei rispetti le sue promesse. Ha detto che vuole un vero cambiamento, una vera correzione agli errori del passato. Le chiediamo di raddrizzare uno dei torti più antichi di questo Paese”.