India meridionale, nuove aggressioni contro i cristiani
di Nirmala Carvalho

Un fedele evangelico del Kerala è stato colpito da calci e pugni. È stato salvato dagli amici, richiamati dalle sue urla. Una chiesa pentecostale del Karnataka è stata bersagliata dal lancio di pietre. I fedeli vivono nella paura, vittime delle violenze degli ultranazionalisti indù.


Mumbai (AsiaNews) – Negli ultimi giorni sono avvenuti due nuovi episodi di violenza contro i cristiani nella parte meridionale dell’India. Nel primo, il 18 agosto scorso, è rimasto coinvolto un evangelico del Karnataka; nel secondo, ad appena due giorni di distanza, alcuni estremisti indù hanno colpito una chiesa pentecostale del Kerala, danneggiando il tetto  e seminando il panico tra i fedeli. Ad AsiaNews Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), esprime una netta condanna per la “crescente intolleranza e le aggressioni subite dalla minuscola comunità pentecostale. I cristiani fanno ciò che è permesso loro anche dalla Costituzione”.

Le violenze commesse nei due Stati indiani sono solo gli ultimi casi di una lunga serie ai danni della minoranza cristiana. Evan Mamang Kipgen, un evangelico di 26 anni, è stato aggredito a Bangalore mentre usciva dall’abitazione di un amico, da cui si era recato per pregare. L’uomo, appartenente alla Thadou Christian Fellowship Church, ha sporto denuncia e ha raccontato di essere stato malmenato con calci e pugni da alcuni sconosciuti. Gli assalitori parlavano una lingua a lui incomprensibile, forse il kannada [diffuso nell’India del sud, ndr], e sono scappati all’arrivo degli amici del cristiano, richiamati dalle sue urla.

Il 20 agosto è stata colpita la Sharon Fellowship Town Church di Kodungallur, nel distretto di Thrissur (in Kerala), guidata dal pastore Roy. Con ogni probabilità gli aggressori fanno parte del gruppo ultranazionalista e paramilitare indù Rashtriya Swayamsevak Sangh. Il pastore racconta che negli ultimi cinque anni gli estremisti hanno sempre mostrato segni di insofferenza durante le preghiere della domenica. 

Stamattina lui e la moglie sono stati convocati alla stazione di polizia, dove hanno registrato il caso. Il pastore Roy dichiara che ora i fedeli vivono nella paura e nell’insicurezza. Sajan K George lamenta che “In India i pastori non fanno niente di illegale e non creano problemi di ordine pubblico. Al contrario, esponenti anti-cristiani compiono atti di violenza senza essere stati provocati in alcun modo”. Il leader cristiano aggiunge inoltre che è la stessa amministrazione che “tormenta la minuscola e innocente minoranza cristiana. Tutto questo è davvero preoccupante”.