Cambogia, l’instabilità politica colpisce il settore tessile: calo del 30%

L’allarme lanciato da Ly Tek Heng, manager dell’Associazione manifatturiera tessile in Cambogia (Gmac). Dall’inizio dell’anno chiuse 70 aziende. Gli investitori dirottano i capitali verso Vietnam, Myanmar e Bangladesh. Il ministero del Commercio rassicura: “Nel 2016 l’export è salito del 39%”.

 


Phnom Penh (AsiaNews/Agenzie) – L’industria tessile cambogiana è in crisi a causa dell’instabilità politica del Paese, che spinge gli investitori esteri a cercare altri Stati su cui puntare per raggiungere la produzione richiesta. È l’allarme lanciato da Ly Tek Heng, manager dell’Associazione manifatturiera tessile in Cambogia (Gmac), che ha parlato ieri a margine della sesta Mostra internazionale dell’industria tessile di Phnom Penh.

Ly Tek Heng ha spiegato che, nonostante negli ultimi anni il settore sia cresciuto moltissimo, il 2016 ha visto un brusco calo dell’attività. Secondo gli ultimi dati, dall’inizio dell’anno, 70 aziende tessili hanno chiuso i battenti, a fronte di 20 nuove aperture. Ciò è causato da un calo della domanda di circa il 30%.

“Penso – spiega il manager – che la situazione politica sia danneggiando il business, sia gli imprenditori che gli investitori. I problemi politici, le manifestazioni illegali e la competizione degli altri esportatori tessili come Vietnam, Bangladesh e Myanmar, hanno scoraggiato gli investitori dal puntare sulla Cambogia e i compratori dall’ordinare prodotti del Paese”.

A Ly Tek Heng ha risposto Soeng Sophary, portavoce del ministro del Commercio, affermando che la chiusura delle aziende non significa una minaccia per il settore. La portavoce indica le radici delle difficoltà negli eventi globali, piuttosto che nella situazione della politica cambogiana: “La Cambogia – ha detto – è un piccolo Paese che dipende dall’esportazione di vestiti, e perciò è interessata da problemi esteri, dato che le nostre mete privilegiate di export sono l’Unione Europea e gli Stati Uniti”. Sophary ha concluso dicendo che il recente referendum sulla Brexit e l’alto prezzo dell’energia elettrica possono aver diminuito la domanda dei Paesi europei.

Nonostante i dati del Gmac mostrino un calo del 30% negli ordini dall’estero, il ministero del Commercio afferma che l’esportazione totale è salita i due miliardi di dollari (+39%) nei primi otto mesi del 2016.

L’industria manifatturiera è una delle attività più fiorenti e produttive della Cambogia, con almeno 700mila persone impiegate nel settore e un volume di esportazioni nel 2015 di circa 6,3 miliardi di dollari. Sono almeno 700 le fabbriche sparse sul territorio nazionale, che producono beni per rinomati marchi internazionali quali Gap, Nike e H&M. Nel 2014 le aziende erano 73.

L’Unione europea è il mercato più florido per l’export cambogiano (717,8 milioni di dollari all’anno), seguita dagli Stati Uniti (419 milioni).