Daraya: dopo quattro anni di assedio, i ribelli cedono alle forze di Assad

Raggiunto l’accordo per permettere a civili e miliziani ribelli di lasciare l’area. Dal 2012 i residenti devono affrontare bombardamenti e mancanza di cibo, acqua ed elettricità. Washington e Mosca tornare a discutere di azione congiunta contro lo Stato islamico. Ad Aleppo morti 11 bambini. 

 


Damasco (AsiaNews/Agenzie) - A conclusione di un lungo assedio portato dall’esercito governativo, le parti in lotta hanno raggiunto un accordo per permettere a civili e miliziani ribelli di lasciare la cittadina siriana di Daraya, circa 10 km a ovest di Damasco. Entrambi i fronti hanno confermato che l’evacuazione dell’area, nei pressi della capitale, inizierà nella giornata di oggi. 

Dal 2012 le forze governative circondano la cittadina; da allora i residenti hanno dovuto affrontare, con cadenza pressoché quotidiana, bombardamenti e mancanza di cibo, acqua ed elettricità. 

Solo nel giugno scorso i civili hanno potuto ricevere, per la prima volta in quattro anni, i primi aiuti umanitari. 

In passato anche mons. Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco, ha denunciato a più riprese le drammatiche condizioni di Daraya e delle altre cittadine della Siria sotto assedio (vedi Yarmouk), definendole “vergogne” che si consumano sotto gli occhi della comunità internazionale. 

Daraya è stata una delle prime aree del Paese a registrare proteste di piazza contro il governo siriano; una rivolta che nel tempo si è trasformata in una guerra civile con derive jihadiste e ingerenze di potenze regionali e internazionali, che ha causato in cinque anni 290mila morti e milioni di sfollati, originando una catastrofe umanitaria senza precedenti. 

Analisti ed esperti di politica siriana affermano che il ritiro dei ribelli a poche miglia da Damasco è un chiaro successo per il presidente Bashar al-Assad. “Siamo stati costretti ad andarcene - riferisce Hussam Ayash, attivista locale - perché le nostre condizioni erano deteriorate al punto da essere insostenibili”. 

In base all’accordo su Daraya, almeno 700 uomini armati abbandoneranno l’area alla volta di Idlib, sotto il controllo dei ribelli; al contempo, i 4mila civili presenti troveranno rifugio nei centri di accoglienza allestiti dal governo.

Intanto Washington e Mosca tornano a discutere di una possibile azione congiunta; nelle intenzioni degli Stati Uniti essa dovrebbe concentrarsi sulla lotta allo Stato islamico (SI), con bombardamenti congiunti sullo scacchiere siriano.

Il segretario di Stato John Kerry e il ministro russo degli Esteri Sergej Lavrov si incontrano oggi a Ginevra (in Svizzera), dove l’inviato speciale Onu per la Siria Staffan de Mistura torna a chiedere una tregua umanitaria di 48 ore ad Aleppo, per favorire la consegna di aiuti. La distribuzione dovrebbe coinvolgere sia i quartieri occidentali, sotto il controllo del governo, che quelli orientali, nelle mani dei ribelli. 

Sul fronte dei combattimenti, sempre ad Aleppo 11 bambini sono stati uccisi in un attacco sferrato con barili bomba da parte delle forze governative in un’area controllata dai ribelli. Nell’attacco sono morte 15 persone in totale.