Cattolici di Bach Ninh: troppi errori nella nuova legge sulle religioni

La diocesi ha inviato una lettera al Consiglio permanente della Conferenza episcopale commentando la nuova stesura della legge proposta dal governo. Rimangono le difficoltà al riconoscimento delle organizzazioni religiose, il poco rispetto dei diritti civili dei leader confessionali e i termini vaghi della burocrazia.

 


Hanoi (AsiaNews/EdA) – La nuova bozza della legge sulle credenze e le religioni “è un passo in avanti rispetto alla prima versione dell’aprile del 2015”, ma contiene ancora troppi elementi di tutela delle autorità e di non rispetto dei diritti dei cittadini. Lo affermano i fedeli della diocesi di Bac Ninh (periferia di Hanoi) in una lettera indirizzata al Consiglio permanente della Conferenza episcopale vietnamita. Il testo prende in considerazione la nuova stesura della legge presentata dal governo il 17 agosto scorso ma non ancora resa pubblica, se non ai vertici delle diverse religioni.

Fin dalla sua presentazione nell’aprile 2015, il progetto ha sollevato le proteste dei vertici delle principali istituzioni religiose, compresi i caodaisti e cattolici, e una critica netta del vescovo di Kontum, mons. Michael Hoang Duc Qanh.

Il messaggio della diocesi di Bac Ninh è inviato “a nome del nostro vescovo, dei sacerdoti, dei religiosi e religiose e di tutto il popolo di Dio, e contiene alcune osservazioni e contributi”. I fedeli indicano cinque critiche principali alla proposta di legge.

In primo luogo, scrivono, “la nuova legge deve garantire un carattere democratico, in modo conforme all’articolo 3 della Costituzione”.  Invece, “sembra che dal capitolo 3 al capitolo 8 il disegno di legge prescriva che tutte le attività religiose debbano essere ‘registrate’ presso gli organi competenti e debbano aspettare risposta scritta. Questa pratica, però, ha già causato nel corso degli anni gravi difficoltà alle attività religiose”.

Inoltre, continua il messaggio, l’attuale versione della legge è in contrasto con il diritto alla libertà di culto e di religione: “La condizione perché un’organizzazione religiosa sia riconosciuta è quella di possedere beni immobili (articolo 21). Ma all’articolo 30 è prescritto che un’organizzazione religiosa è riconosciuta come persona giuridica solo quando un organo dello Stato ne dichiara la fondazione”. Per questo motivo, “le organizzazioni non ancora riconosciute non possono reperire gli immobili che permetterebbero loro di essere riconosciute”.

Il messaggio della diocesi continua denunciando il fatto che il testo della legge “contiene molti passaggi che limitano i diritti civili dei leader religiosi”, che invece “sono cittadini e hanno diritti e doveri come tutti gli altri”. In aggiunta, “diverse frasi del testo sono troppo generali e molto vaghe. Per esempio i termini ‘proprietà comune comunitaria’ e ‘diffusione illegale della religione’. Come dovremmo interpretare queste espressioni?”.

In conclusione, scrivono i fedeli di Bach Ninh, “la versione attuale è segnata dalla sua natura arcaica: essa non risponde ai bisogni di un processo d’integrazione, in particolare negli articoli che riguardano le religioni in rapporto ad un Paese straniero”.