Card. Gracias: La vita della Madre, segnata dall'amore e dall'Eucaristia
di card. Oswald Gracias

Fede, amore e coraggio della prossima santa nel racconto dell'arcivescovo di Mumbai al Simposio internazionale 2016 di AsiaNews: "Ha incentrato la sua vita sull'amore e sulla preghiera". 


Roma (AsiaNews) - Cosa direbbe Madre Teresa se fosse qui con noi? Forse Madre Teresa è qui con noi. Sorriderebbe e direbbe: “Non si parla di me, ma di Gesù”. Io sono soltanto “una matita nelle Sue mani. Ora smettete di parlare e fate qualcosa”.

La mia prima impressione sulla Madre era il suo coraggio: per noi in India era già una santa. Domenica la Chiesa la riconoscerà tale, ma per noi lo è già. Molti amici indù mi dicevano: “Ma perché fate tutti questi processi? Lei è già santa”.

Era molto coraggiosa: ha lasciato la sua casa, prima per Londra e poi per Calcutta. Era una persona coraggiosa che ha voluto dare tutto alla sua missione. Ha avuto molto coraggio quando ha sentito la chiamata nel viaggio in treno, lasciando l’Istituto di Loreto per trovare i suoi poveri.

C’era chi le si opponeva: “Non puoi andartene da una Congregazione per fondarne un’altra”. Ma lo ha fatto, anche grazie al suo grande amore per Dio.

Anni fa, quando era in discussione una legge sull’aborto, Madre Teresa scrisse al Primo ministro dell’epoca: “Lei non vivrà per sempre, prima o poi dovrà morire. Se questa legge entra in vigore, cosa dirà a Dio?”.

Andò in America per il Prayer Breakfast, incontrando religiose in favore dell’aborto. Disse loro: “Se volete la pace, fermate l’aborto. Non è possibile permettere l’uccisione dei bambini e chiedere la pace”. All’epoca era presente anche Hillary Clinton e tante altre persone importanti: ma la Madre non si fermava mai quando aveva qualcosa da dire.

Ho pensato al coraggio della sua decisione personale, perché molti di noi quando ci sentiamo chiamati da Dio riteniamo di essere coraggiosi. Ma lei ha ricevuto una chiamata importante: lasciare l’insegnamento per i poveri. Ha sentito fortemente che doveva rinunciare a quello che faceva per consacrarsi ai poveri.

Ha riflettuto molto, ne ha parlato con tante persone, ma sentiva la chiamata. Tutto questo è nato nella sua vita di preghiera, perché quando pregava analizzava decisioni e idee. Erano i momenti in cui dialogava con Dio: è per questo che è sempre stata molto severa sul tema con le sue consorelle. Hanno bisogno di preghiera.

L’ho incontrata tante volte da sacerdote – sono stato consacrato vescovo nella settimana in cui è morta. Ma ogni volta che l’ho incontrata mi ha dato sempre tanti spunti. Condivise una storia con me: era uno dei primi giorni della Congregazione, e le sorelle le chiedevano cosa fare perché non c’era cibo a sufficienza. Lei ha chiesto cosa suggeriva: “Una piccola cena, un pranzo, e una cena piccola”. Lei ha risposto: “Niente colazione, date il cibo ai poveri e andate a pregare”. Voi non ci crederete, ma alle 11 di quello stesso mattino è arrivato un camion: c’era stato un matrimonio e gli sposi avevano voluto donare il banchetto ai poveri. Raccontandomelo mi ha detto: “Padre, mai ho avuto paura che non bastasse il cibo”.

Grazie a questa fede in Dio, era una persona di enorme speranza in grado di trasmettere questa speranza agli altri. Incontrava gli ultimi fra gli ultimi, dando loro sempre la speranza di gioia, di amore, di Dio. Tramite la sua persona, la sua preghiera, la sua fede. Era capace di comunicare con loro: lei stessa era piena di speranza cristiana.

Tutti sanno che Madre Teresa è stata un simbolo di amore. Lei ha amato non soltanto i poveri dal punto di vista economica, ma anche i poveri di spirito. La Madre aveva questa qualità, Dio le ha donato questa qualità… Una volta, in un ospedale dove lei collaborava non cattolico, i medici volevano ufficializzare il lavoro delle Missionarie della Carità. Prima di fare il tutto, hanno organizzato un ricevimento. La Madre andava in giro, incontrando i medici ma non era a suo agio. A un certo punto si è scusata, ha riempito un piatto e se ne è andata: aveva visto alcuni poveri seduti sul marciapiede. È andata da loro e ha dato loro panini e torta. La sua attenzione era focalizzata su di loro.

Persone che hanno viaggiato con lei in aereo mi hanno raccontato che spesso metteva da parte il vassoio offerto e chiedeva ai passeggeri di fare lo stesso. Ovunque atterrava andava a distribuire questi pasti fuori dall’aeroporto. Non poteva mangiare senza dare prima agli altri. E infettava gli altri con questo amore.

La Madre aveva una grande devozione all’Eucaristia. Insisteva perché le sue sorelle partecipassero alle messe ogni giorno. Insisteva con i governi: se volete le mie suore, dovete accettare anche un sacerdote. E fuori dalle sue cappelle c’era scritto: “Sacerdote, celebra questa come la tua prima e ultima messa”.

L’Eucaristia dava senso ai suoi sforzi.

Era una persona molto semplice. Se l’aveste incontrata, non avreste mai detto: “Questa è la famosa Madre Teresa”. La ricordo come una donna dalla fede semplice, che dimostrava con il modo di parlare. Non ha mai chiesto un trattamento di preferenza, e anzi protestava se qualcuno voleva favorirla.

Ricordo una volta: stava andando a incontrare il presidente Clinton. Delle persone che la stavano aiutando dicevano: “Madre, fa freddo. Vuole qualcosa con cui coprirsi?”. Lei ha indossato una cardigan bucato, e davanti a chi glielo faceva notare ha risposto: “Forse se Clinton lo vede me ne darà uno nuovo, per i miei poveri”. 

Aveva una fede forte e profonda, non si dava arie, anche se era famosa, questo è vero. Mi ricordo uno degli ultimi sinodi che ho frequentato come prete e lei era presente come religiosa: finito il sinodo tutte le telecamere delle televisioni erano rivolte a lei, ma questo non ha intaccato minimamente il suo ego. 

Quando partecipava a una conferenza si metteva sempre dietro e durante le pause caffé beveva solo acqua. Mi ricordo una volta in cui si teneva una conferenza a Roma, circa 25 ani fa, e doveva intervenire anche lei. Uno del pubblico le ha chiesto, quando ancora non era solida a livello finanziario, come riusciva a sostenere le opere di carità. Una domanda intelligente. Lei si è alzata in piedi e ha detto: “Signore, non ho mai studiato economia e finanza, ma solo la Bibbia e la Bibbia dice che il padre si prede cura di te. Se questo viene detto nella Bibbia, perché dovrei preoccuparmi dei soldi?”. Tutti nel pubblico si sono alzati e hanno applaudito, perché era una risposta semplice e vera. 

Sapeva portare la sua croce, anche se non era compresa e in molti la criticavano, le dicevano: “Devi insegnare a pescare, devi dire da dove e da chi prendi i soldi, perché non controlli bene la provenienza del denaro. Fai questo per convertirli…”. Sono cose che le facevano del male, ma questo non ha mai fermato il suo lavoro. 

Lei aveva il carisma di sentire davvero il carisma di Dio. Ma è vero che ha vissuto una notte buia dell’anima. Alla fine della sua vita ha detto: “Mi rendo conto che la mia sofferenza è minuscola davanti alla sofferenza di Gesù in Croce”. Lei ha portato la sua Croce, ma sempre con gioia.

Credo che Madre Teresa fosse un papa Francesco prima di papa Francesco. Lei metteva in pratica gli insegnamenti del pontefice. Era molto vicina a Giovanni Paolo II, che ricambiava. Durante l’omelia di beatificazione, il santo pontefice l’ha definita “icona del Buon Samaritano”.

La sua vita è testimonianza della verità e del servizio umile. Ha scelto non di essere l’ultima, ma la serva dell’ultimo. Si è piegata sulle sofferenza degli ultimi. La sua capacità è stata quella di dare “fino a che fa male”.

Papa Francesco ha citato la Madre in un’intervista che ha concesso in un volo tornando dalla Grecia a Roma. Quale differenza, gli chiesero, farà questa sua visita ai rifugiati? E lui ha risposto: “Io risponderò con una frase non mia. La stessa domanda fu fatta a Madre Teresa di Calcutta. È una goccia di acqua nell’oceano, ma senza quella goccia l’oceano ne sentirebbe la mancanza”.

La sua canonizzazione nell’Anno della Misericordia è il fulcro del Giubileo: è una persona che abbiamo visto, conosciuto e che vorremmo imitare. Era indiana, nata in Albania ma indiana nel cuore. I giornali indiani in questi giorni sono piene di notizie su di lei, e gli indiani si stanno preparando – comprando anche tv nuove – per seguire la canonizzazione. I medici offrono trattamenti gratuite. Si vedono tante poesie scritte su di lei e sulla sua gente.

In India è amata da ogni comunità, non soltanto a noi cattolici: indù, musulmani, ebrei tutti apprezzano la sua opera. Il governo indiano ha mandato una delegazione ufficiale: il capo delegazione mi ha telefonato e ho sentito che era davvero gioioso di essere qua. Qualche tempo fa un politico ha criticato la Madre, e i media hanno cavalcato. Mi hanno chiesto di rispondere, e questo non è difficile. Ho accettato e, nello studio fatto nel mio ufficio, c’erano 15 persone che volevano parlare: nemmeno uno l’ha criticata. Non ho dovuto fare nulla: ho soltanto ascoltato. Erano tutti non cristiani. E questo dimostra quanto sia stata universalmente apprezzata.

Ha ricevuto molti premi, in tutto il mondo. L’India l’apprezza, il mondo l’apprezza.

Cosa direbbe Madre Teresa se fosse qui oggi? Penso che direbbe: “Ci sono tanti poveri. Andate, aiutateli, accendete una speranza nei loro cuori”.