Manca la "benzina" per l'espansione economica della Cina

In molte città manca il carburante per i trasporti privati. Per gli esperti occorre ristrutturare l'intero sistema produttivo, tra i meno efficienti del mondo.


Pechino (AsiaNews/Scmp) –  La torrida estate cinese sta causando un'acuta  mancanza di energia elettrica e di carburante nel Guangdong, tanto che manca la benzina in molte stazioni di servizio.

Nelle ultime settimane la regione del delta del Fiume delle Perle – che ha un'economia molto dinamica - ha visto un'eccezionale scarsità di carburante. Lunghe file di autovetture e camion stazionano avanti alle pompe di rifornimento, che spesso mancano di carburante. A Guangzhou, a Zhongshan e in altre città del Guangdong il carburante viene venduto in modo razionato. La scarsità ha anche causato aumenti dei prezzi – guidatori di taxi e camion lamentano le perdite subite per il tempo passato in coda ai distributori e per i maggiori prezzi. A Guangzhou è già stato approvato un aumento del prezzo per il servizio taxi. Wu Linbo, vice direttore del locale Ufficio prezzi, spiega che dipende dall'aumento del costo del petrolio.

Fonti ufficiali del governo del Guangdong prevedono che la scarsità di carburante nella regione durerà per l'intero mese di agosto, anche per i consumi causati per l'aria condizionata e per agricoltura e pesca.

Ma la carenza è grave in tutte le grandi città cinesi. Già da luglio il governo centrale ha emanato drastiche misure per ridurre il consumo energetico, tra cui la disposizione a tutti uffici governativi di tenere la temperatura dell'aria condizionata a 26 gradi centigradi. Il governo municipale di Pechino ha chiesto ai funzionari di non indossare giacca e cravatta durante le riunioni interne. E' in corso una campagna nazionale per l'educazione al risparmio energetico.

Gli analisti rilevano che si tratta di meri palliativi e che occorre una strategia di lungo termine per il consumo energetico. Osservano che il sistema produttivo della Cina è meno efficiente e causa un maggior dispendio di energia rispetto agli altri paesi: se l'utilizzo dell'energia fosse efficiente come in Giappone, l'attuale domanda di energia in Cina sarebbe sufficiente a soddisfare lo sviluppo per i prossimi 60 anni. Sotto accusa anche una politica edilizia che ha favorito la realizzazione di grattacieli di vetro e acciaio, belli da vedere ma che non sono provvisti di misure per il risparmio energetico e, al contrario, sono causa non secondaria di inquinamento ambientale. Si fa l'esempio del Teatro Nazionale di Pechino, costato ai contribuenti 3 miliardi di yuan: costruito come un uovo gigante, il palazzo riflette i raggi del sole estivo sui palazzi vicini – tra cui la Grande Sala del Popolo, dove si svolgono raduni di governo  – costringendo chi ci abita e lavora a chiudere le persiane e tenere l'aria condizionata al massimo . Questa situazione rende la Cina molto vulnerabile per gli aumenti di prezzo del petrolio.

Nel breve termine – proseguono gli esperti – occorre diminuire gli attuali consumi. Secondo i media nazionali, per esempio, i palazzi degli uffici governativi consumano molta energia elettrica, circa il 5% del consumo nazionale, pari a 80 miliardi di yuan ogni anno. Per cui sono opportune misure come il bando di giacche e cravatte per le riunioni interne.

Un'altra utile misura può consistere nello spostare gli orologi avanti di un'ora, durante l'estate, quando fa buio più tardi. Fu già fatto tra il 1986 e il 1991 e avviene tuttora negli Stati Uniti e in molti Paesi europei (la c.d. "ora legale"), dove consente un risparmio dell'energia.