Strage di Dhaka: identificati tre finanziatori

Uno degli uomini è scappato in Siria da più di un anno con tutta la famiglia. Gli altri due uccisi negli scontri con l’antiterrorismo. Donati oltre 233mila euro per compiere l’attacco.


Dhaka (AsiaNews) – La polizia metropolitana di Dhaka ha identificato tre leader di spicco del nuovo Jama’atul Mujahideen Bangladesh (New Jmb), che avrebbero finanziato la strage di stranieri compiuta dai militanti islamici all’Holey Artisan Bakery Cafè, un bar della capitale. I tre uomini, di cui due deceduti in recenti scontri con le forze antiterrorismo, hanno versato nelle casse del gruppo estremista l’equivalente in valuta locale di oltre 233mila euro (20 milioni di taka).

La notizia è stata diffusa ieri da Monirul Islam, capo dell’unità anti-terrorismo e dei crimini transnazionali. I tre finanziatori sono: il dott. Rokon Uddin, Tanveer Quaderi e l’ex ufficiale dell’esercito Zahidul Islam detto Murad.

Il capo dell’antiterrorismo ha rivelato che il dott. Rokon ha donato 8 milioni di taka (più di 96mila euro). L’uomo è scomparso in Siria con tutta la famiglia da almeno un anno, e con ogni probabilità si è unito ai militanti del Califfato. Egli è un ex archivista del Bangladesh Children’s Hospital e viveva a Khilgaon. La moglie Naima Akther era una insegnante di botanica al MM College di Jessore.

Degli altri due finanziatori, Zahid ha donato all’organizzazione islamica la sua pensione, mentre Tanveer Quaderi ha dato il ricavato della vendita del suo appartamento a Uttara, cioè 10 milioni di taka (più di 116mila euro). Entrambi sono deceduti nei blitz della polizia.

Da quando il primo luglio scorso un gruppo di terroristi ha fatto irruzione all’Holey Artisan Bakery Cafè di Dhaka, e ha ucciso 20 stranieri, le autorità del Bangladesh hanno lanciato un’imponente caccia all’uomo e stanno inseguendo anche gli ideatori della strage.

Le forze di sicurezza affermano che oltre al denaro dei tre uomini locali, stanno continuando a cercare le tracce di fondi provenienti dall’estero, spesso camuffati sotto forma di donazioni a organizzazioni non governative. Monirul ha dichiarato che “armi e soldi utilizzati per l’attacco di Gulshan vengono dall’estero. Abbiamo scoperto che alcuni cittadini bangladeshi, che ora non vivono in patria, hanno spedito 1,4 milioni di taka (oltre 16mila euro)”.