Massacro dei musulmani in Gujarat: assolti 14 imputati

Il giudici hanno accordato ad 11 arrestati il beneficio del dubbio. Per gli altri tre non sono state trovate prove evidenti. In tutto, a processo vi erano 31 fondamentalisti indù. Erano accusati di aver bruciato vivi 33 musulmani, che avevano cercato riparo contro le violenze scatenate dagli indù.


Ahmedabad (AsiaNews) – Il tribunale di Ahmedabad ha assolto con formula piena 14 imputati dei massacri contro i musulmani avvenuti nel 2002 in Gujarat. I giudici hanno accolto l’appello presentato dai legali degli indù e hanno rilasciato i detenuti, rinchiusi da cinque anni con l’accusa di aver bruciato vivi 33 musulmani.

N L Jain, legale della difesa, ha dichiarato che “I giudici hanno accordato ad 11 imputati il beneficio del dubbio, mentre non hanno rinvenuto prove evidenti contro gli altri tre”.

In tutto, gli indù a processo erano 31, in precedenza condannati all’ergastolo per omicidio, incendio doloso e altre accuse. Nella stessa sentenza il tribunale ha confermato il carcere a vita per i restanti 17 colpevoli.

Gli indù erano stati arrestati nel 2011 per aver dato alle fiamme un appartamento nel villaggio di Sardarpura dove si trovavano 33 musulmani, che lì avevano trovato rifugio per scampare alla furia degli indù.

La vicenda ha avuto origine nel febbraio 2002 a Godhra, dove un gruppo di fedeli indù che viaggiava a bordo del treno Sabarmati Express, venne assaltato da alcuni musulmani. L’attacco fece 59 morti e scatenò la ritorsione dei fondamentalisti indù.

Si calcola che nei tre mesi successivi oltre 1.000 musulmani siano stati massacrati in diverse città del Gujarat. Dei massacri è sempre stato accusato il premier Narendra Modi, che nel 2002 era chief minister dello Stato. Egli è stato incolpato di aver cospirato negli scontri, di non aver preso alcun provvedimento per fermarli e non aver istituito alcuna indagine. Ma nel 2012 un tribunale lo ha scagionato da ogni accusa, anche se le critiche sono vive ancora oggi.