Pakistan, scarcerato il cristiano accusato di blasfemia
di Qaiser Felix

Ma anche da libero Yousaf Masih rischia la vita: continua a nascondersi  per scampare alle minacce degli integralisti. Partiti politici islamici ne chiedono la condanna a morte. Attivisti per le minoranze annunciano una campagna nazionale  contro la Legge sulla blasfemia.


Islamabad (AsiaNews) – Yousaf Masih, il cristiano detenuto per blasfemia in Pakistan, è stato scarcerato su cauzione, ma la sua vita e quella della sua famiglia sono ancora in pericolo. Gli estremisti islamici della zona dove risiedeva Masih, Nowshera - nella Provincia della Frontiera di nordovest (Nwfp) – protestano contro la decisione del tribunale: vogliono che l'uomo venga arrestato senza possibilità di cauzione e poi impiccato. Shahbaz Bhatti, presidente dell'All Pakistan Minorities Alliance (Apma), ha dichiarato che Yousaf Masih, 60 anni, è stato rilasciato il 6 agosto, ma il giudice Rafi Ulla ha avuto reticenze nell'accettare la domanda di scarcerazione presentata in luglio dall'Apma. Alla fine "Dio ha risposto alle preghiere per Masih provenienti da tutto il mondo", ha dichiarato Bhatti, e il giudice ha accettato di scarcerarlo dietro una cauzione di 4.200 dollari. "Per noi è una grande vittoria – ha esclamato l'attivista per i diritti delle minoranze – poiché il Muttahida Majlis-e-Amal (coalizione di 6 influenti partiti religiosi, al potere nella Nwfp) ha chiesto la pena di morte per Masih".

Molti estremisti hanno aspettato la sentenza fuori dal tribunale, intonando slogan contro Masih e chiedendo la sua testa. Dopo la sentenza, il sovrintendente carcerario ha raccomandato a Bhatti e agli altri di portare Masih in un posto sicuro, perché la sua vita è in pericolo.

L'uomo è stato arrestato il 28 giugno scorso con l'accusa di avere dissacrato il Corano. L'uomo, di professione spazzino, quando gli è stato chiesto di eliminare alcune carte, essendo analfabeta, non si è reso conto che fra queste c'erano anche versetti del Corano.

Bhatti ha dichiarato che Masih è anziano e debole di cuore, è stato malmenato dalla polizia, oltre a ricevere nuove minacce di morte in prigione; è vittima di una costante sensazione di insicurezza, ha paura ed è mentalmente traumatizzato. Il presidente dell'Apma ha esclamato: "Grazie a Dio Masih è tornato con la sua famiglia, ma sfortunatamente deve rimanere nascosto per salvarsi la vita".

Dopo che il caso di Masih è diventato pubblico, nella Nwfp sono aumentati gli episodi di intolleranza dei musulmani integralisti a danno dei cristiani. "Alcuni negozianti - racconta Batti - si rifiutano di vendere prodotti ai cristiani e il preside di una scuola privata femminile non ha voluto ammettere ragazze cristiane nell'istituto. "La legge sulla blasfemia è una cattiva legge e una spada di Damocle sulla testa delle minoranze in Pakistan – ha aggiunto – oltre che una chiara violazione dei diritti umani".

Il presidente dell'Apma ha chiesto al governo l'abrogazione della legge e ha annunciato ad AsiaNews una conferenza stampa la prossima settimana a Islamabad, nella quale presenterà una campagna nazionale contro le leggi discriminanti, in particolare quella sulla blasfemia. Questa corrisponde all'articolo 295 b e c del Codice penale pakistano. Il primo riguarda le offese al Corano, punibili con l'ergastolo, mentre il secondo stabilisce la morte o il carcere a vita per diffamazioni contro il profeta Maometto.