Un milione di sudcoreani chiedono le dimissioni della presidentessa Park Geun-hye

Durante il quarto week end di proteste, il popolo sudcoreano continua ad affollare le strade della capitale. L’ufficio presidenziale rigetta le accuse dei procuratori, che dichiarano Park “complice” e “indiziata”. 


Seoul (AsiaNews) – Circa un milione di manifestanti hanno invaso le strade di Seoul per chiedere a gran voce le dimissioni di Park Geun-hye, presidentessa sudcoreana coinvolta in un presunto scandalo di corruzione. Per la Corea del Sud è la più grande protesta dagli anni’80.

La situazione della presidentessa sudcoreana Park Geun-hye continua ad aggravarsi, la procura di Seoul la sospetta infatti in collusione con l’amica storica Choi Soon-sil, arrestata ad inizio novembre. Choi è stata accusata di usare la propria influenza sulla presidentessa per estorcere ingenti somme di denaro a 53 gruppi industriali per una somma totale di 65,7 milioni di dollari Usa. Altri elementi importanti dello scandalo sono An Chong bum e Jeong Ho-seong, ex assistenti alla presidenza. Choi e An sono imputati di abuso di potere, Jeong invece è stato accusato di aver divulgato 180 documenti classificati – 47 di essi contenevano segreti di Stato – a Choi.

La presidentessa Park gode ancora dell’immunità parlamentare e non sembra rendersi conto della gravità della situazione. Ad avanzare questa ipotesi è il Koreatimes, che in un articolo di Park Si-soo pubblicato oggi, mostra la conversazione fra la presidentessa e uno dei collaboratori del suo ufficio presidenziale. Egli suggerisce alla Park Geun-hye che “sarebbe saggio se si dimettesse. E che sarebbe il modo migliore per conservare il proprio onore. Se si facesse da parte e sparisse dall’opinione pubblica, l’indignazione popolare si attenuerebbe”. Ma la presidentessa avrebbe risposto: “Ho fatto qualcosa di sbagliato?” Questa conversazione è stata resa pubblica lunedì 21 da Min Byeong-doo, rappresentante del maggior partito democratico della Corea del Sud che dichiara l’attendibilità delle informazioni in quanto provenienti dalle proprie fonti di intelligence. Min ha aggiunto: “La presidentessa sembra non essere più in grado di pensare e analizzare la situazione. Credo che nel profondo senta di non avere alcuna colpa e prenda decisioni solo per sé stessa”.

Domenica, l’accusa ha dichiarato Park “complice” e “indiziata”. L’ufficio presidenziale non ha esitato a criticare i procuratori giudicando le decisioni “castelli in aria” carenti di prove oggettive e giurando che Park non coopererà con i procuratori per le indagini sullo scandalo.