Onu: Aleppo est, un “gigantesco cimitero”. Servono corridoi umanitari

Il sottosegretario delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari lancia un appello a quanti possono “influenzare” le sorti del conflitto. Necessario “proteggere i civili” in fuga” e garantire “l’accesso all’area sotto assedio”. Fonti dell’opposizione definiscono Aleppo “una tomba” e le truppe di Assad hanno iniziato “la resa dei conti”. 

 


Aleppo (AsiaNews/Agenzie) - L’offensiva lanciata dall’esercito governativo siriano per riunificare sotto il proprio controllo la città di Aleppo rischia di trasformare in un “unico gigantesco cimitero” quella che un tempo era la capitale economica e commerciale del Paese. È l’allarme lanciato da Stephen O’Brien, sottosegretario Onu per gli Affari umanitari, che chiede al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite protezione per i civili in fuga “per il bene dell’umanità”.

In questi giorni sono decine di migliaia le persone che stanno abbandonando il settore orientale, controllato dai ribelli, in cerca di riparo nella zona ovest dei governativi. Sotto le bombe scagliate dall’esercito siriano nelle ultime ore sarebbero morte almeno 34 persone. Nel fine settimana i lealisti hanno riconquistato oltre un terzo del territorio finora controllato dai ribelli. 

Intervenendo al Consiglio di sicurezza O’Brien si rivolge alle parti in lotta e a quanti possono “influenzare” le sorti della guerra perché si adoperino a “proteggere i civili e garantire l’accesso all’area sotto assedio”, prima che la zona orientale di Aleppo “diventi un gigantesco cimitero”. 

Dal 2012 la città è divisa in due settori: quello occidentale, dove vivono 1,2 milioni di persone, sotto il controllo del governo; quello orientale, con circa 250mila persone nelle mani delle milizie ribelli e di gruppi jihadisti. 

Fonti locali riferiscono che nell’area gli abitanti sono ridotti a elemosinare il cibo, gli ospedali non funzionano a causa dei prolungati raid aerei e oltre 25mila persone affrontano vie di fuga pericolose per abbandonare l’epicentro del conflitto. Numerosi convogli, ha concluso il diplomatico Onu, sono pronti a trasportare aiuti ma per questo è “necessaria la fine dell’assedio”. 

A denunciare la situazione di grave crisi sono anche diversi leader dell’opposizione, secondo i quali l’esercito di Damasco e i suoi alleati hanno trasformato Aleppo est “in una tomba”. Anas al-Abdeh, uno dei leader della “Coalizione nazionale” afferma che “il regime di Assad e i suoi alleati hanno trasformato le aree liberate di Aleppo in una bara”.

L’escalation dei combattimenti costituisce “un crimine di guerra e un crimine contro l’umanità”. Per questo è necessario l’intervento “immediato e risolutivo” delle Nazioni Unite e della comunità internazionale, perché si adoperino in difesa dei civili sotto assedio. 

Sempre da Aleppo est uno dei cosiddetti “sindaci” dei quartieri sotto il controllo dei ribelli (e dei gruppi jihadisti, fra cui l’ex fronte di al Nusra) invoca la creazione “di corridoi umanitari sicuri” per favorire l’esodo dalla città. “Lasciate che i civili possano fuggire - ha affermato Brita Hagi Hassan, al termine di un incontro con il ministro francese degli Esteri Jean-Marc Ayrault a Parigi - proteggete i civili, create corridoi umanitari sicuri di modo che possano fuggire”. Il leader dell’opposizione denuncia infine “esecuzioni sommarie” e “resa dei conti” da parte delle forze di Assad e delle milizie iraniane, con l’arresto “di tutti giovani sotto i 40 anni”. 

Nelle scorse settimane, prima dell'offensiva, Damasco e la Russia, sua alleata, avevano attuato una tregua e aperto corridoi umanitari per far uscire i civili da Aleppo est, ma solo pochissimi ne hanno approfittato. Secondo diverse fonti, i civili nella zona est sono bloccati e minacciati dai ribelli che li userebbero come scudi umani.