Sri Lanka del sud: scontri e feriti nelle proteste contro un porto cinese

Colombo sta portando a termine un accordo con Pechino per la concessione della durata di 99 anni di un’area costiera. Il progetto costringerà allo sfratto la popolazione locale. Il piano di investimenti rientra nella strategia cinese della “One belt, One road”.


Colombo (AsiaNews/Agenzie) – Diverse persone sono rimaste ferite nel sud dello Sri Lanka durante uno scontro con la polizia, mentre manifestavano contro la costruzione di un porto cinese e dell’adiacente scalo industriale. Il progetto costringerà allo sfratto migliaia di abitanti locali, anche se il governo dello Sri Lanka ha promesso che verranno date loro nuove terre.

Mentre la popolazione lamenta che l’area diventerà di fatto una colonia cinese, la polizia ha arrestato in tutto 41 persone per danni a proprietà pubbliche. Gli arrestati sono già comparsi davanti al giudice e posti sotto custodia cautelare.

Le proteste sono avvenute nell’area di Hambantota, a 240 chilometri a sud della capitale, dove le autorità di Colombo stanno portando a termine un accordo di concessione della zona portuale della durata di 99 anni. L’azienda partner dell’intesa è all’80% di proprietà cinese.

L’investimento è solo l’ultimo di una serie di infrastrutture che Pechino sta costruendo per compiere la sua strategia della “One belt, One road”, una cintura di porti e autostrade in tutta l’Asia del sud e centrale che consentirebbe alle merci cinesi di arrivare fino al cuore dell’Europa.

Contro la requisizione dei terreni dei locali era scesa in strada tutta la popolazione. Gli agenti hanno lanciato lacrimogeni contro i manifestanti, che tentavano di far rimandare una cerimonia pubblica cui doveva prender parte il primo ministro Ranil Wickeremesinghe.