Yogyakarta, estremisti islamici contro un funzionario locale: cacciato perché cattolico
di Mathias Hariyadi

Le autorità della reggenza di Bantul hanno disposto l’allontanamento di Yulius Suharto, capo del sotto-distretto di Pajangan. La nomina risale al 30 dicembre scorso. Contro di lui una massiccia campagna di pressione promossa da fondamentalisti e musulmani radicali. Disposto il trasferimento in un sotto-distretto dove la maggioranza delle persone non è musulmana.

 


Jakarta (AsiaNews) - Le autorità della reggenza di Bantul, nella provincia speciale di Yogyakarta (Diy), nello Java centrale, hanno cacciato il funzionario Yulius Suharto, a capo del sotto-distretto di Pajangan. Dietro la decisione, una massiccia campagna di pressione lanciata sui social media da gruppi estremisti islamici e musulmani radicali che hanno preso di mira l’uomo solo perché “è cattolico”.

La decisione di “licenziare” il capo del sotto-distretto è giunta lo scorso 9 gennaio, al termine di una pressante campagna denigratoria contro il funzionario (nella foto). Le autorità hanno diffuso una nota in cui affermano che la scelta è sostenuta da decine di funzionari e cittadini di Pajangan, secondo i quali la maggioranza della popolazione nell’area è musulmana; per questo non è ammissibile assegnare la più alta carica dell’amministrazione civile a un cattolico.

Il capo distretto di Bantu Suharsono riferisce che la delibera che determina il licenziamento di Yulius Suharto è stata fatta a norma di legge, accogliendo le direttive della municipalità e dei vertici amministrativi locali. La maggioranza dei funzionari della Camera (Dprd) ha accolto con favore la decisione di allontanare l’uomo, in quanto non musulmano.

Fonti locali spiegano che egli verrà trasferito a Bambanglipuro, un altro sotto-distretto “dove la maggioranza delle persone non sono musulmane”.

Nell’ottobre scorso l’area è stata teatro di feroci proteste da parte dell’ala estremista islamica, che si è opposta con forza alla costruzione di una statua che ritraeva il volto di Gesù e da installare nel cortile della parrocchia di St. Jacob Alfeus. A esacerbare gli animi della frangia estremista, il fatto che all’inaugurazione della statua vi fossero anche diverse donne con indosso l’hijab.

Le immagini di donne velate a una celebrazione cristiana hanno fatto il giro del web, esacerbando gli animi dell’ala fondamentalista del Paese e dei molti movimenti jihadisti.

La nomina di  Yulius Suharto a capo del sotto-distretto di Pajangan risale solo al 30 dicembre scorso; il provvedimento di rimozione dall’incarico entrerà in vigore in via ufficiale il prossimo 30 gennaio.

Yulius Suharto non è il solo funzionario cattolico a finire nel mirino della fazione estremista islamica nel Paese. Nelle ultime settimane ha tenuto banco la vicenda del governatore cristiano di Jakarta Basuki Tjahaja Purnama detto “Ahok”. Egli è sotto processo per una presunta vicenda di blasfemia, con l’accusa di aver insultato il Corano e la fede islamica. Durante un comizio tenuto a settembre egli avrebbe citato la 51ma sura di Al Maidah (quinto capitolo del Corano), che suggerisce ai musulmani di non votare un leader di altro credo, chiedendo ai fedeli islamici di non “usarla” in maniera sbagliata.

Ahok è uno dei pochi leader politici indonesiani che lotta in prima fila per la libertà di coscienza. Lo scorso giugno si è opposto all’obbligo imposto alle studentesse di Jakarta di indossare il velo islamico. Nel luglio 2015 il governatore di Jakarta ha promosso una battaglia per i diritti civili della minoranza ahmadi, ritenuta eretica dalla maggioranza musulmana sunnita.