Tsai Ying-wen a papa Francesco: Insieme per la non violenza e lo status quo nello Stretto di Taiwan

Lettera del presidente di Taiwan al pontefice in risposta al Messaggio per la Giornata mondiale della pace sulla non violenza. L’ascolto agli appelli della Santa Sede verso donne, bambini, migranti e per l’aiuto ai profughi e ai terremotati. Taiwan, “un faro per la democrazia in Asia”. Con la Cina “lasciare da parte il fardello della storia e ingaggiare un dialogo positivo”.


Taipei (AsiaNews) – Il Messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale della pace, sulla “Non-violenza, stile di una politica per la pace” è “sublime e profondo”. Esso è un “nobile ideale” che è possibile trovare anche “nei concetti confuciani e buddisti profondamente radicati nella nostra cultura tradizionale”. Nei rapporti fra Taiwan e la Cina popolare, dopo la “tensione” e “l’ansietà” del passato, è importante mantenere “lo status quo”, una “stabilità duramente conquistata”. Sono alcune delle affermazioni salienti contenute nella lettera che la presidente di Taiwan Tsai Ying-wen ha indirizzato a papa Francesco in occasione del suo Messaggio per la pace. La lettera porta la data del 5 gennaio, ma è stata resa pubblica solo tre giorni fa.

La signora Tsai apprezza profondamente il Messaggio che chiede “il disarmo e l’abolizione delle armi nucleari, come pure delle soluzioni ai conflitti regionali, al terrorismo, ai temi della migrazione e alla distruzione dell’ambiente”.

Ricordando i rapporti fra Taiwan e la Cina, Tsai afferma che “Oggi le persone dei due lati dello Stretto di Taiwan godono di vite stabili e di scambi normali sotto governi separate e pacifici… Il governo della Repubblica di Cina [Roc] è fermamente impegnato a mantenere la democrazia di Taiwan e lo status quo di pace nello Stretto”.

Convinta che “l’azione militare non può risolvere I problemi, la Tsai “urge il governo dall’altra parte dello Stretto, insieme con il governo a Taiwan di lasciare da parte il fardello della storia e ingaggiare un dialogo positivo”.

Sulla scia della proposta del pontefice di una “non violenza attiva”, la leader taiwanese sottolinea che La Roc vuole servire come “un faro per la democrazia in Asia. Noi speriamo che le libertà garantite dalla costituzione della Roc, compresi la libertà di residenza e di cambio di residenza, come pure le libertà personali e religiose, siano godute dai popoli in altre parti del mondo, così che anch’essi siano liberi dalla paura della repressione politica e religiosa”.

Rispondendo all’appello di papa Francesco per la cura di “donne, bambini, migranti, e gli svantaggiati sociali ed economici”, la Tsai ricorda che a Taiwan sono stati messi in atto “cinque progetti di sicurezza sociale che coprono la cura della comunità, l’ordine sociale, la casa, l’integrità dei cibi, e un sistema pensionistico sostenibile”.

Anche l’appello della Santa Sede per assistenza umanitaria ha visto Taiwan rispondere ai problemi dei rifugiati in Giordania e nel nord dell’Iraq, alle vittime di ebola nell’Africa occidentale, alle vittime del terremoto in Italia, Nepal, Giappone ed Ecuador.

Rifacendosi poi all’apprezzamento del pontefice per il compito delle donne nell’opera di pace, la Tsai afferma: “Come prima presidente donna nel mondo cinese, aspiro a vivere secondo le sue parole, nel dedicarmi a far crescere il benessere del popolo taiwanese e nel creare una nuova era per la pace fra I due lati dello stretto”.

“Spero sinceramente – scrive Tsai in conclusione – che il Suo Messaggio possa ispirare i popoli del mondo a riflettere sui danni che la violenza produce alla pace. Credo profondamente che il Suo impegno disinteressato e il suo amore magnanimo potrà condurre alla fine della violenza e spingere l’umanità verso la pace e la giustizia”.