Dubbi e contestazioni su Papa Francesco
di Piero Gheddo

Alcuni sacerdoti non capiscono questo papa e hanno “l'impressione che stia dividendo la Chiesa, dando schiaffi a chi lavora e carezze a chi è contro il Vangelo”. Per p. Gheddo, Francesco è frutto della maturità della Chiesa latino-americana e sta spingendo tutti i cristiani a “uscire” per testimoniare la fede nel mondo.


Milano (AsiaNews) – Non passa giorno senza una qualche polemica verso affermazioni o gesti di papa Francesco. Pochi giorni fa la città di Roma è stata tappezzata da cartelli ingiuriosi e di cattivo gusto sul pontefice. Ma questo è un po’ inevitabile: ogni papa ha avuto sostenitori e detrattori. Molte delle polemiche, aizzate da manipolazioni compiuto dai media sul messaggio papale, rispondono a schemi di “destra” e di “sinistra” presenti nella Chiesa del dopo-Concilio, fino a rendere i due gruppi quasi due partiti nella Chiesa. Padre Gheddo non entra nello specifico delle polemiche, ma mostra la “stoffa” missionaria di papa Francesco, che chiama a una conversione tutti i cristiani. E in tal modo spinge anche i “partiti” a mettere al primo posto la testimonianza della fede nel mondo, l’annuncio al mondo della “gioia del Vangelo” (Evangelii gaudium).

 

1° gennaio 2017

Caro Padre Piero Gheddo,

Sono un prete "Fidei Donum" di una diocesi italiana, missionario in Brasile da 48 anni, dei quali 35 in Mato Grosso dove ho fondato due nuove parrocchie. Il padre Luiz Miranda, missionario del Pime, è venuto a trovarmi, perché preparo alcuni giovani che spero possano entrare nel cammino di formazione del Pime; e mi ha portato dall'Italia il libro “Piero Gheddo: inviato speciale ai confini della FEDE” della EMI. Desideravo averlo, perché ho sempre letto i suoi articoli su Mondo e Missione. Diffondo ogni anno 40 abbonamenti a Mundo e Missão, che distribuisco gratis ai giovani catequisti, universitari, insegnanti. Ho visto che lei è stato uno dei fondatori. Sono un suo discepolo. Ho letto il suo libro: farà molto bene e continuo anche a leggere i suoi articoli sul suo Blog. Mi aiutano nel mio cammino missionario.

Le ho già scritto altre volte che soffro per causa di Papa Francisco. Ho l'impressione che stia dividendo la Chiesa, dando schiaffi a chi lavora e carezze a chi è contro il Vangelo (riceve la Bonino, telefonava a Pannella, interviste a Repubblica di Scalfari); sempre denuncia i preti pedofili, ma quelli che sono fuori della Chiesa e del Vangelo sono sulla strada giusta e non hanno bisogno di conversione? Un prete della mia diocesi che ha lasciato il sacerdozio è stato ricevuto a pranzo dal Papa con sua moglie Sono cose che fanno pensare. A me fa del bene leggere le biografie dei Missionari, il Beato Clemente Vismara, Madre Teresa di Calcutta (prezioso il Capitolo su lei nel suo libro), ecc. Ho l'impressione che Papa Francesco stia mettendo fuori quei Vescovi che non condividono le sue idee. Se volesse avere consiglieri qualificati dovrebbe scegliere i Presidenti delle Conferenze Episcopali di ogni Continente e non solo os bajuladores. Mi piacerebbe andasse a visitare una casa di missionari anziani che hanno dato la vita per il Vangelo di Gesù Cristo, piuttosto che andare in un negozio a comprare un paio di scarpe. Suore missionarie si sono sentite offese quando ha detto che ci sono suore che sono zitelle, in portoghese< solteironas> che é più offensivo.

Con poche persone parlo di queste cose: prego e soffro, alcuni sacerdoti piú anziani di me, sono tormentati nella fede per gli atteggiamenti di Papa Francisco ed anche preti giovani che me ne parlano, sono smarriti. Io sono riservato, parlo con pochi preti di fiducia di queste cose, ma la sofferenza è reciproca. Prego per lei perché possa continuare ad illuminare la vita della Chiesa. La Redemptoris Missio, alla quale lei ha collaborato direttamente, l'ho letta e meditata varie volte e sempre mi fa del bene Mi raccomando alle sue preghiere, pe. Anselmo.

 

Carissimo pe. Anselmo,

         grazie della tua Mail e delle buone notizie che mi dai riguardo a Mundo e Missào e ai giovani che potrebbero entrare nel Pime. Grazie a te per tutto quel che fai per Gesù Cristo e la Chiesa nel Mato Grosso, uno stato molto difficile.  Ecco una mia risposta in tre punti:

 

1) Lo Spirito Santo c’è davvero!”

      L’11 febbraio 2013 Benedetto XVI rinunzia al Pontificato per il 28 febbraio. Si scatenano previsioni catastrofiche sulla Chiesa: il Papa non controlla la Curia vaticana per gli scandali e dà le dimissioni. Un giornale romano scriveva: “Può essere l’inizio di una decadenza della religione cattolica, che ormai nei nostri paesi evoluti sopravvive con difficoltà”. Giornali e televisioni vivono di scandali, di denunzie, di processi.  Non crediamo a tutto quel che scrivono.

    Dall’11 febbraio 2013 all’11 marzo, Benedetto XVI e la sua blaterata Curia riescono (in un mese!) a convocare i 115 cardinali elettori da ogni parte del mondo, molti si incontrano per la prima volta. L’11 marzo si apre il Conclave, il 13 marzo è eletto al quinto scrutinio il Vescovo di Roma e Vicario di Cristo in terra, l’arcivescovo di Buenos Aires, card. Giorgio Mario Bergoglio. Un paginone del “Corriere della Sera” con 16 cardinali papabili, ignorava il card. Bergoglio! Per spiegare la sua elezione i ragionamenti umani non bastano.

      Nell’ultimo giorno del Concilio Vaticano II (7 dicembre 1965) il Decreto “Ad Gentes” era votato con 2.394 noti favorevoli e solo 5 contrari, dopo un contrastato e fortemente contestato percorso. Il card. Pietro Gregorio Agagianian, Prefetto di Propaganda Fide e Presidente della Commissione per l’Ad Gentes (della quale ero “perito”, nominato da Giovanni XXIII), esclamava: “Lo Spirito Santo c’è davvero!”. Lo stesso si può dire per l’elezione del card. Bergoglio a 265° successore di San Pietro.

    Dalla fine del 1700, quando tre Papi, Pio VI-VII-VIII, resistettero eroicamente a Napoleone, la Chiesa ha avuto tutti Pontefici adattissimi al loro tempo. Alla fine del 1700 Voltaire prevedeva l’estinzione del Papato in una decina d’anni; oggi il Papa è la personalità e l’autorità etico-morale più importante del mondo intero. Possibile che con Papa Francesco lo Spirito Santo si sia dimenticato di intervenire?  La fede ci dice che lo Spirito vuole, col primo Papa latino-americano, rinnovare e ringiovanire la Chiesa. Io lo credo per fede, ma la storia dimostra la verità di quanto sto dicendo.

     2)  Francesco, il Papa che viene dalle missioni

     Lo Spirito Santo ha preso Jorge Mario Bergoglio “dalla fine del mondo” e l’ha portato ad essere il vescovo di Roma, quasi come una sfida al nostro modo di concepire la parrocchia, la pastorale e la vita cristiana. La svolta radicale che il Papa argentino sta dando alla Chiesa è la missione universale, la passione missionaria di annunziare Cristo alle sterminate schiere di quelli che ancora lo attendono (ad gentes!) e di altri che non credono più. Lui stesso è il modello di pastorale e di vita cristiana delle missioni, dove nasce la Chiesa e dove lo Spirito soffia forte e compie le meraviglie che leggiamo negli Atti degli Apostoli. Anche l’America latina, in gran parte sta ancora vivendo il “primo annunzio di Cristo”, il tempo delle missioni. Nel 1900, l’America del Sud aveva 160 diocesi, oggi sono più di 500. L’Amazzonia brasiliana nel 1900 aveva due diocesi, Belem e Manaus, oggi sono più di 50.

      Dall’inizio del 1500, gli Ordini religiosi (Francescani, Domenicani, Gesuiti, ecc.)  hanno fondato la Chiesa in America Latina con i “missionari itineranti”, battezzando e dando nomi cristiani a tutti, lasciando la pratica del Battesimo, le devozioni a Gesù, Maria, il Santo protettore. Le parrocchie con sacerdoti residenti erano nelle regioni abitate dai colonizzatori. All’inizio del 1900 arrivano le Congregazioni moderne, specialmente i Salesiani: nel 1992 a Santo Domingo, il superiore generale dei Salesiani, di cui ero ospite, mi diceva che avevano in America Latina 82 vescovi e 4 cardinali! Dopo il 1945 arrivano gli Istituti missionari inviati da un appello di Pio XII, che nel 1955 fonda il Celam (con segretario il vescovo Helder Camara!); e poi i preti “Fidei Donum”, dopo l’enciclica omonima (1957). In America Latina, i Fidei Donum italiani li ho visti in tutti i paesi visitati: hanno fatto molto per aiutare le diocesi esistenti e fondarne altre.

      Dopo il 1945 arrivano i movimenti laicali e di vita consacrata: Cursillos, Legione di Maria, Opus Dei, Scout cattolici, Movimenti familiari e per la Vita (nord-americani), Focolarini, Neo-Catecumenali, CL, ecc. Soprattutto i Pentecostali cattolici e anche la “Teologia della Liberazione”, che Papa Francesco sta realizzando, liberandola dalle contiguità con il marxismo e i gruppi rivoluzionari violenti. E’ l’eterna giovinezza della Chiesa, per opera dello Spirito, che è “il protagonista di tutta la missione ecclesiale: la sua opera rifulge eminentemente nella missione ad gentes, come appare nella Chiesa primitiva (Atti, 10, 15, 16ss.)” (Redemptoris Missio, n. 21).

     La vita ecclesiale, come la vive Papa Francesco, è tutta impostata per la missione. Si deve uscire da se stessi, andare verso la periferia non solo territoriale ma esistenziale, verso gli ultimi, i non credenti e non praticanti, ecc. “Se la Chiesa si chiude in se stessa, diventa autoreferenziale e si ammala, invecchia. È vero che uscendo per strada, possono capitare degli incidenti. Però, tra una Chiesa accidentata che esce per strada, e una Chiesa ammalata di autoreferenzialità, non ho dubbi nel preferire la prima”. Così Francesco fin dai primi giorni del suo Pontificato.

       Non entro nel merito di questi “incidenti”, che suscitano” dubbi”, resistenze, contrarietà. Tutto va inquadrato in una visione storica, per capire quanto la Chiesa di Cristo è cambiata, incarnandosi nei vari tempi e culture, per portare a tutti la salvezza in Cristo Gesù. I “Lefevriani” non accettano il Concilio Vaticano II (1962-1965) e si rifanno al Vaticano I (1869-1870)  e al Concilio di Trento (1545-1563). E perché non al Concilio di Firenze (1439) o un altro dei 21 Concili della Chiesa?

      Gesù ha detto agli Apostoli: “Molte altre cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future” (Giov. 16, 12 segg.). Lo Spirito fa comprendere le parole di Cristo, che l’uomo non riesce mai a penetrare in modo esauriente. Non esiste una comprensione autentica della Rivelazione al di fuori della Chiesa guidata dallo Spirito Santo, che rimarrà sempre con Pietro e i vescovi.

      Moltissime cose che oggi dobbiamo affrontare, ai tempi di Cristo non erano nemmeno pensabili. Tutti noi, credenti in Cristo, siamo impegnati, per fede,  ad amare e seguire Papa Francesco e ad accompagnarlo con la preghiera, la carità e la “tensione missionaria” verso gli ultimi, i lontani, le pecorelle smarrite.

      3)  Francesco: “Voglio una Chiesa tutta missionaria”

      Nella Lettera ai Romani (Cap. I), San Paolo descrive gli uomini senza Cristo in termini radicalmente negativi e di aperta condanna; come altre Lettere degli Apostoli e gli Atti. Duemila anni dopo, nel Decreto “Nostra Aetate” (n. 2) si legge: “La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni. Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che,   in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella Verità che illumina tutti gli uomini”.

      Fra i 16 documenti del Vaticano II, il più breve e il più rivoluzionario è la “Nostra Aetate”: le religioni non cristiane, da nemiche di Cristo oggi sono preparazione a Cristo.  Nel 1977 ho fatto un lungo in tutta l’India, parlando con numerosi vescovi. Sul dialogo con l’Induismo, dicevano che il Papa crede ai missiologi e teologi e in genere erano contrari o fortemente dubbiosi. Oggi la Chiesa dell’India ha accettato questa novità e ne sperimenta il valore.

     In due millenni, la Chiesa ha compreso sempre più profondamente il Vangelo ed è cambiata radicalmente. Ad esempio, l’Inquisizione portava a violenze contro l’uomo: condanne a morte, torture, carcere duro per gli eretici. Prevaleva il principio che la fede va difesa con tutti i mezzi. Poi la storia e la riflessione biblico-teologica hanno fatto capire il valore assoluto della persona umana e che il Vangelo condanna ogni violenza contro l’uomo.

      Il Decreto del Vaticano II “Dignitatis humanae” riconosce ad ogni persona il diritto di non subire alcuna coercizione nel professare un credo religioso. Con il “Sillabo” del 1864, il Beato Pio IX condannava la tesi sulla libertà religiosa dell’uomo. Un secolo dopo,  il Vaticano II la ritiene giusta, cioè secondo l’insegnamento di Gesù. Per questo il cristianesimo è una religione dinamica, che si adatta ai tempi, pur rimanendo ben ferme e immutabili le verità di fede, perché la Chiesa è guidata dallo Spirito Santo, anche con Papa Francesco! Che non convoca alcun Concilio, sta riformando la Chiesa col suo esempio e i suoi discorsi e scritti, specialmente con l’Esortazione apostolica “Evangelii Gaudium”, la gioia del Vangelo (24 novembre 2013), definita “il manifesto programmatico del suo Pontificato” o anche “il manifesto missionario di Francesco”. Il primo Capitolo chiede “La trasformazione missionaria della Chiesa”, come dice il titolo. Ecco il n. 27: «Sogno una scelta missionaria, capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l'evangelizzazione del mondo attuale, più che per l'autopreservazione. La riforma delle strutture, che esige la conversione pastorale, si può intendere solo in questo senso: fare in modo che esse diventino tutte più missionarie, che la pastorale ordinaria in tutte le sue istanze sia più espansiva e aperta, che ponga gli agenti pastorali in costante atteggiamento di "uscita" e favorisca così la risposta positiva di tutti coloro ai quali Gesù offre la sua amicizia”.

     Papa Francesco parla spesso dei poveri e degli ultimi, ma prima viene la fede. Nella Evangelii Gaudium scrive: “L’evangelizzazione è la proclamazione del Vangelo a coloro che non conoscono Gesù Cristo o lo hanno rifiutato. Molti di loro cercano Dio segretamente, mossi dalla nostalgia del suo volto, anche in paesi di antica tradizione cristiana. Tutti hanno il diritto di ricevere il Vangelo. I cristiani hanno il dovere di annunciarlo senza escludere nessuno, non come chi impone un nuovo obbligo, bensì come chi condivide una gioia, segnala un orizzonte bello, offre un banchetto desiderabile. La Chiesa non cresce per proselitismo ma «â€…per attrazione» (n.  14). E afferma: “Bisogna non perdere la tensione per l’annunzio a coloro che stanno lontani da Cristo, perché questo è il compito primo della Chiesa. L’attività missionaria rappresenta, ancor oggi, la massima sfida per la Chiesa… L’azione missionaria è il paradigma di ogni opera della Chiesa” (n. 15).

      Parole molto forti e contro corrente rispetto alla cultura dominante nella Chiesa oggi. Il giovane parroco di Calenzano (Firenze), don Paolo Cioni, mi diceva (nel 2014): “Le nostre parrocchie sono diventate delle Ong impegnate nel sociale, che lanciano appelli per aiuti ai poveri, ai perseguitati, ai disoccupati e impegnano i fedeli in queste opere e aiuti. Tutto bene, ma si dimentica spesso che il compito primo di noi preti e della Chiesa è di natura religiosa: portare Dio agli uomini e gli uomini a Dio, attraverso la fede, la preghiera, i Sacramenti, la lotta contro il peccato personale, ecc. Se seguiamo tutte le emergenze, le povertà, le ingiustizie umane, non diciamo più con chiarezza e forza che l’uomo e la società umana hanno bisogno anzitutto di Dio, di Gesù Cristo”.

      Se non si legge la “Evangelii Gaudium”, non si capisce Papa Francesco. L’ultimo documento missionario della Chiesa è la Redemptoris Missio. 15 anni dopo l’Ad Gentes del Vaticano II (1965-1990), San Giovanni Paolo II ha riscritto il Decreto c0nciliare aggiornandolo alle nuove situazioni del mondo non cristiano. La Evangelii Gaudium non è un testo di insegnamento sistematico dell’Ad Gentes, ma un inno, un’esplosione di gioia per i messaggeri del Vangelo.

      Francesco è animato dalla passione missionaria, vuole convertire il mondo a Cristo: inizia l’Anno giubilare della Misericordia di Dio, apre migliaia di porte delle chiese in ogni continente, invita tutti ad entrarvi, per gustare la dolcezza e la tenerezza del Padre nostro che sta nei Cieli e del Figlio suo Gesù Cristo, morto in Croce e risorto per salvare tutti gli uomini. All’inizio del terzo millennio, il Vescovo di Roma si preoccupa giustamente di riformare la Chiesa richiamando lo scopo primario che Cristo le ha affidato: evangelizzare e ri-evangelizzare tutti gli uomini, cioè trasmettere anzitutto la fede.

      Perchè non parla dei “valori irrinunziabili” della fede? Non li afferma e non li nega. Ma prima viene la fede, poi seguirà la morale! San Francesco di Sales, nel suo Teotimo (o Trattato dell’Amore di Dio), nel tempo dei Giansenisti (rigoristi, il 1600) scriveva la famosa frase: “Si prendono più mosche con una goccia di miele, che con un barile di aceto”.

       Papa Francesco non si mette mai contro chi si oppone al cristianesimo, alla Chiesa. Stimola i fedeli ad essere “tutti missionari” (a volte in termini un po’ rudi, lui che parla a braccio! “Dovete dare tutto per Gesù e il Vangelo, voi non date tutto!”); denunzia le persecuzioni, ma non giudica i persecutori, non vuole “guerre di religione”! Per combattere il terrorismo di matrice islamica non ci vuole la guerra, ma “il Dialogo”. Ma questo in un altro blog.