Jaffna, sfollati tamil: Ridateci le nostre terre espropriate dai militari o per turismo (Foto)
di Melani Manel Perera

In migliaia hanno partecipato ad una manifestazione. L’evento è stato organizzato dalla People’s Alliance for Right to Land e dal National Fisheries Solidarity Movement. Le proprietà sono state requisite durante i 30 anni di guerra civile. Tuttora sono in mano dell’esercito o di aziende che le sfruttano per turismo o agricoltura.


Colombo (AsiaNews) – Migliaia di sfollati tamil, da otto anni accampati nei campi profughi nella penisola di Jaffna (Sri Lanka), chiedono indietro le loro terre. Essi si sono riuniti lo scorso 22 febbraio e hanno manifestato al grido di “Vogliamo le nostre terre”, “Stop agli espropri forzati” e “Ridateci i terreni occupati dall’esercito”.

L’evento è stato organizzato dalla People’s Alliance for Right to Land (Parl), in collaborazione con il National Fisheries Solidarity Movement (Nafso). I manifestanti sono sfollati interni (Idp, Internally Displaced Landless People) della guerra civile e provengono da 32 campi del distretto. Inpam Muraly, leader della manifestazione, afferma: “È ingiusto che queste persone sono ancora costrette a vivere come profughi dopo otto anni dalla fine del conflitto. Non c’è alcun motivo che giustifichi la perdurante occupazione da parte dei militari. Meritiamo giustizia”.

Antony Anthony Jesudasan e Francis Raajan, membri del Nafso, aggiungono: “Chiediamo al governo un semplice gesto: che restituisca fiducia alle vittime della guerra ricollocando i profughi. Deve restituire le terre e costruire strutture adeguate per permettere il loro reinsediamento”.

Durante la trentennale guerra civile che ha contrapposto esercito e ribelli delle Tigri Tamil, molti terreni nel nord dell’isola sono stati sequestrati a scopi difensivi. I tamil però lamentano che in seguito le loro proprietà sono state anche cedute ad aziende che li hanno utilizzati per turismo o per coltivazioni. È il caso di Sinharathnam Mahalingam, 68 anni, il cui terreno è stato requisito dai militari. “Dal 1996 vivo in casa di amici. La guerra è finita da otto anni, chiediamo che almeno ci venga restituito ciò che è nostro”.

K.P. Somalatha, coordinatrice dell’Uva Wellassa (Monaragala) Women Organization, afferma: “Siamo qui per costruire la solidarietà tra il nord e il sud del Paese e nel frattempo lottiamo insieme per le terre. Siamo tutti vittime degli espropri. La lotta degli sfollati è anche la nostra lotta”.