Aleppo, i governativi strappano allo Stato islamico una stazione di pompaggio dell’acqua

Da oltre due mesi la metropoli era teatro di una emergenza idrica. Le milizie jihadiste avevano tagliato tutte le fonti di approvvigionamento. Il prossimo obiettivo dell’esercito regolare è l’aeroporto militare di Jarrah. Russia, Turchia e Stati Uniti si incontrano per coordinare gli attacchi contro Daesh. A Ghouta in vigore il cessate il fuoco. 

 


Aleppo (AsiaNews/Agenzie) - Ad Aleppo le forze governative siriane hanno riconquistato una stazione di pompaggio dell’acqua di importanza strategica. È quanto riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani, ong con base a Londra e una fitta rete di informatori sul territorio. Nella zona da quasi due mesi erano interrotte le forniture di acqua corrente. A causare il blocco le milizie dello Stato islamico (SI), che avevano tagliato le fonti di approvvigionamento. 

Il rifornimento di acqua, oltre all’elettricità, rappresenta uno dei problemi più gravi cui deve far fronte la popolazione locale. Le stesse fonti di AsiaNews nell’area, come il vicario apostolico di Aleppo dei Latini, mons. Georges Abou Khazen e il parroco della parrocchia latina p. Ibrahim Alsabagh, hanno parlato di “situazione drammatica”. 

In una nota l'Osservatorio spiega che in queste ultime ore l’esercito di Damasco “ha riconquistato l’area di Al-Khafsa”, alla periferia di Aleppo, riprendendo il controllo “di una stazione di pompaggio dell’acqua”. 

I miliziani di Daesh [acronimo arabo per lo SI] sarebbero fuggiti di fronte all’avanzata dei militari siriani, sostenuti dai raid aerei dei caccia russi. 

L’agenzia ufficiale di Stato Sana, citando una fonte militare, afferma che “decine” di jihadisti sarebbero stati uccisi nell’operazione. 

Aleppo un tempo era la seconda città per importanza della Siria, oltre che la capitale economica e commerciale del Paese. Dall'inizio della guerra, per anni è stata divisa in due settori, quello occidentale controllato dai governativi e la zona est nelle mani dei ribelli. Nel dicembre scorso, poco prima di Natale, opposizioni e milizie combattenti hanno mediato il cessate il fuoco, ritirandosi dalla città che è tornata sotto il pieno controllo del governo. 

Tuttavia, i combattimenti sono proseguiti nella provincia di Aleppo con pesanti bombardamenti e raid aerei. Secondo fonti delle Nazioni Unite oltre 26mila persone hanno abbandonato l’area dallo scorso 25 febbraio. 

Il prossimo obiettivo delle forze regolari è la riconquista dell’aeroporto militare di Jarrah; lo Stato islamico aveva sequestrato la struttura nel gennaio 2014, dopo che i ribelli l’avevano strappata ai governativi nel febbraio 2013. 

Ieri, intanto, si sono incontrati alti ufficiali dell’esercito russo, turco e statunitense in Turchia, per coordinare al meglio le operazioni militari sul territorio siriano. L’incontro a tre si è incentrato su come “scongiurare scontri” fra le varie forze in campo nella lotta contro lo Stato islamico e gli altri gruppi jihadisti, pur sostenendo fazioni opposte nel contesto del conflitto. 

Nel frattempo la Russia ha annunciato due settimane di cessate il fuoco nella zona orientale di Ghouta, l’ultima roccaforte dell’opposizione nei pressi di Damasco. La zona è stata teatro di intensi combattimenti negli ultimi mesi ed è il quartier generale dell’Esercito dell’islam (Jaysh al-Islam), uno dei più importanti gruppi ribelli.