Il Nepal blinda il compleanno del Buddha per impedire le proteste dei tibetani
di Christopher Sharma

Le celebrazioni si svolgono a Lumbini, luogo di nascita di Siddhartha Gautama, e in famosi monasteri. I poliziotti hanno l’ordine di sorvegliare da vicino i rifugiati. Un tibetano: “Siamo al fianco del Dalai Lama nella richiesta di libertà religiosa”.


Kathmandu (AsiaNews) – Un Nepal blindato ospita le celebrazioni per il compleanno del Buddha. Oggi ricorre la festa per il 2561mo anniversario di nascita del principe Siddhartha Gautama, asceta indiano e fondatore del buddismo. Nonostante le preoccupazioni per la sicurezza in vista delle prossime elezioni amministrative del 14 maggio, il governo di Kathmandu ha deciso di schierare la polizia in tutte le aree delle celebrazioni. L’obiettivo è impedire ai rifugiati tibetani di protestare contro la Cina e contro la repressione di Pechino nei confronti dei seguaci del Dalai Lama.

R.B.Tamang, poliziotto dispiegato al monastero Bouddha a Kathmandu, dichiara: “Abbiamo ricevuto l’ordine di sorvegliare da vicino le attività dei buddisti tibetani che vivono in Nepal da rifugiati. Ci è stato ordinato di intervenire persino durante le preghiere e i raduni negli stupa nel caso in cui essi dovessero attuare proteste contro la Cina”.

Tendi Lama, rifugiato tibetano, riporta atteggiamenti discriminatori da parte delle forze dell’ordine: “Quando gli agenti scoprono che siamo rifugiati ci impediscono di partecipare alla preghiera e di raccoglierci in gruppo. Noi facciamo finta di essere nepalesi per entrare negli stupa”. Egli riporta che i rifugiati vivono sotto la minaccia costante di violenze e torture, come quando “qualche mese fa la polizia ha disperso a bastonate un nostro incontro di preghiera e ci ha intimato di non pregare in raduni di massa”. “Anche se siamo una minoranza – lamenta – abbiamo il diritto di celebrare il compleanno del Buddha e di pregare per il nostro Tibet”. Poi aggiunge che i rifugiati vivono da tanti anni in Nepal, dove hanno creato anche delle famiglie, “ma il governo non ci riconosce il diritto alla libertà religiosa. Siamo al fianco del Dalai Lama nella richiesta di libertà religiosa e preghiamo per il Tibet e per la nostra comunità”.

In occasione della festa del Vesakh, che commemora diversi avvenimenti nella vita di Buddha (la nascita, l’illuminazione, la morte), il Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso ha inviato un messaggio, sottolineando la “necessità urgente” di cristiani e buddisti “di camminare insieme sulla via della pace”. In Nepal le celebrazioni si svolgono a Lumbini, luogo di nascita del Buddha, e in altri famosi monasteri, come quello di Bouddha e Soyambhu.