Il neopresidente Moon dialoga con Xi Jinping

Moon può svolgere un ruolo di mediazione tra Cina e Stati Uniti. Rivedere gli accordi con gli Stati Uniti sul Thaad. Avviare un percorso di denuclearizzazione nella Corea del Nord.


Seoul (AsiaNews/Agenzie) - Il neo-presidente sudcoreano Moon Jae-in e Xi Jinping, sua controparte cinese, hanno avuto oggi una lunga conversazione telefonica durata circa 40 minuti. Essi si sono ripromessi di migliorare le relazioni bilaterali dei loro Paesi, e di unire gli sforzi di tutte le parti interessate per denuclearizzare la Corea del Nord. La notizia è stata diffusa dall’ufficio presidenziale di Seoul. Xi Jinping ha chiamato il nuovo leader della Corea del Sud per congratularsi con lui per la sua elezione, ha dichiarato Yoon Young-chan, portavoce di Moon. Durante un briefing con la stampa, egli ha sottolineato che si tratta di un evento eccezionale per un leader cinese. "I due capi di Stato hanno discusso i modi per migliorare le relazioni fra la Corea del Sud e la Cina e hanno scambiato le loro opinioni su tutte le questioni relative alla penisola coreana", ha aggiunto.

Il dialogo Moon-Xi rappresenta un'importante novità per la collocazione politica della Corea del Sud nella crisi internazionale che vede come attori Cina, Usa e Corea del Nord. Tale dialogo può portare a decisioni chiave verso Pyongyang. "Volerò direttamente a Washington... andrò a Pechino e Tokyo e, a determinate condizioni, anche a Pyongyang", ha detto Moon nel suo discorso inaugurale. Durante la sua campagna elettorale, Moon aveva voluto segnare la distanza con l’amministrazione uscente impegnandosi sulla via del dialogo con Pyongyang al fine di avviare il processo di denuclearizzazione. Una grande differenza rispetto al precedente approccio orientato alle sanzioni, sostenuto dal presidente Usa, Donald Trump, per esercitare la massima pressione sulla Corea del Nord.

"Per quanto riguarda le relazioni intercoreane, il presidente Moon Jae-in non avrà alcun contatto con la Corea del Nord che sorprenderà gli Usa", ha dichiarato Moon Chung-in, professore onorario dell'università di Yonsei, alla  Yonhap. Il professore interpellato è stato un consigliere di sicurezza dell'ex presidente Roh Moo-hyun, un mentore politico per il nuovo presidente, ed è conosciuto come l’artefice della politica con il Nord del presidente Kim Dae-jung. Da ultimo ha partecipato a un gruppo di consulenza per la politica di sicurezza nella squadra elettorale di Moon.

Secondo l’analisi di Moon Chung-in il nuovo presidente potrebbe dapprima cercare un dialogo non ufficiale con la Corea del Nord. Il professore ha sottolineato il possibile prezioso ruolo di mediazione che Seoul può svolgere nelle politiche di Washington e Pechino in Corea del Nord, al fine di indicare un ruolo guida per la Corea del Sud nel processo multilaterale per denuclearizzare il Nord. L'analista suggerisce alla nuova amministrazione di adottare un processo di denuclearizzazione realistico per la Corea del Nord in tre stadi, costituito dal congelamento iniziale dei test nucleari e missilistici, seguito dallo smantellamento verificabile delle strutture nucleari e dei materiali nucleari nordcoreani e, infine, l'eliminazione di tutte le armi nucleari.

Secondo il consigliere di Moon, è giusto per il neo-presidente chiedersi se il sistema antimissilistico Thaad (High Altitude Area Defence) è utile militarmente e se Seoul deve soddisfare la richiesta di Trump di pagare un miliardo di dollari. Ciò non significa voler compromettere il rapporto con gli Stati Uniti, ma è chiaro che Moon deve svincolarsi dalla rivalità strategica tra la Cina e gli Stati Uniti. Ecco perché, durante la sua campagna elettorale, Moon ha affermato che la decisione sul Thaad è stata assunta troppo rapidamente e che la sua amministrazione avrà una parola definitiva sulla disposizione del sistema.