Papa Francesco, Matteo Ricci e i missionari alla tivu di Taiwan e della Cina popolare
di Xin Yage

Raccolti i fondi per la produzione con pubblicità nelle parocchie e cene di beneficenza nell’isola. Arcivescovo di Taipei: “Questa grande partecipazione dimostra il nostro profondo amore per la missione del papa » e per la Chiesa in Cina.


Taipei (AsiaNews) - La terza stagione del programma televisivo settimanale su papa Francesco (Oh my God 哈囉教宗!) è finita con una grande cena di raccolta fondi, che ha visto coinvolti più di mille donatori, diventando cosi l’evento di fund-raising più riuscito nella storia recente della diocesi di Taipei.

Andiamo per ordine. Oh my God 哈囉教宗! è il titolo della lunga maratona televisiva taiwanese su papa Francesco e sul lavoro pastorale e sociale della comunità cattolica dell’isola. La scorsa settimana ha concluso la sua terza stagione (ormai sono andate in onda 39 puntate) sulla televisione taiwanese ed è disponibile online e sulla App gratuita di KPS (Kuangchi Program Service, 光啟社) tramite Apple e Google.

E’ la storia di molti leader che hanno costruito ospedali, scuole, luoghi di culto o case di accoglienza per migranti, ed è soprattutto la storia di gente semplice che ha messo a disposizione quello che aveva, o anche solo il proprio tempo libero, per offrirlo agli altri, alla comunità e agli indigenti. Sono racconti spesso molto commoventi di come da poche risorse si sia fatto un grande cammino di solidarietà e di fede.

Il lavoro di queste persone è stato riconosciuto anche dalle autorità: il Ministero taiwanese degli esteri ha sostenuto e allargato l’iniziativa anche con una pubblicazione in lingua inglese sulla rivista Taiwan Panorama, in cui presentano in modo dettagliato l’opera di nove missionari già filmati nello sceneggiato.

Ora la serie televisiva taiwanese andrà di vacanza, ma l’onda di questo grande lavoro è stata sentita anche nella Cina popolare dove è stato richiesto un documentario sulle radici storiche della missione della Chiesa in Cina, a partire dalla figura emblematica di Matteo Ricci. E allora è cominciata la raccolta fondi a livello internazionale.

Uno dei ragionieri contabili di KPS spiega: “Questa raccolta è stata molto particolare, perché il denaro che viene raccolto va quasi totalmente ad una delle più grandi società di produzione televisiva della Cina continentale per fare un documentario su Matteo Ricci collegato col messaggio di papa Francesco.

La domanda che ha accompagnato questa raccolta fondi è stata: “Come motivare qui a Taipei questo programma televisivo per il continente?”.

Padre Emilio Zanetti (蔡明隆神父), direttore del dipartimento di fund-raising di KPS, spiega la sua maratona tra le parrocchie diocesane: “Sono stati tre mesi bellissimi, alcuni gufi ci dicevano: non riuscirete a vendere le ragioni di questo documentario, sia che venga presentato come Ricci e la Cina, o come I missionari e Pechino. Sono temi delicati che possono generare chiusura e pelle d’oca qui a Taiwan. Ma a noi piacciono le sfide. Proprio per questo l’abbiamo fatto, incominciando dalla preghiera e dalla forza che essa trasmette per costruire comunità qui sull’isola, a Roma e nel continente. Come scriveva Benedetto XVI nei numeri 5 e 8 della sua Lettera ai cattolici cinesi, del 2007: ‘c’è una sola Chiesa’. Se lo dice un papa; perché non possiamo crederci anche noi? I nostri vescovi, i fedeli e l’intero clero sono stati un eccezionale sostegno. Avevamo previsto tre cene di raccolta fondi, ma, data la partecipazione travolgente, ne è bastata una per raggiungere la quota di fondi necessaria alla realizzazione del documentario”.

Un suo assistente e compagno di lavoro, il sig. Dean Ferng, continua: “Dopo tre mesi di pubblicizzazione e annunci alle messe domenicali in più di trenta parrocchie, partecipazione alle riunioni in nove scuole, in tre ospedali e in due università e migliaia di fedeli incontrati, non ho mai incontrato una sola obiezione al fatto che il papa stia dialogando con il popolo cinese. Abbiamo voluto parlare con la gente, non dar retta a statistiche fatte a tavolino da eventuali accademici. Da quanto abbiamo visto, la gente delle parrocchie ragiona con la propria testa e con la sensibilità del vangelo ; è molto intelligente e di grande apertura mentale, ha già ampiamente elaborato una cosa che la coinvolge anche emotivamente: dialogare non solo è una cosa buona e cristiana, di amore ai fratelli del continente e al mondo intero, ma è un'impresa in cui tutti dobbiamo dare una mano ed essere collaboratori attivi. Sorprendente!”

La serata finale ha visto 600 ospiti a tavola più gli oltre 1000 paganti che hanno contribuito alla raccolta. La frase di chiusura dell’evento da parte dell’arcivescovo John Hung (洪山川總主教) ha costituito il sigillo al lavoro compiuto e ai progetti futuri: “Questa grande partecipazione dimostra il nostro profondo amore per la missione del papa, e vogliamo continuare a dare il nostro appoggio: per questo dobbiamo ripetere l’esperienza di questa sera, dovrà esserci una seconda volta!”. Questa è la forza della missione nei media, con la certezza di essere messi in onda sul più grande network televisivo mondiale (tramite la Jiangsu Broadcasting Corporation di Nanchino con cui KPS collabora da più di un decennio) e di raggiungere un numero enorme di decine di milioni di telespettatori.

Con ogni probabilità, il documentario su Matteo Ricci potrà essere portato a termine e poi trasmesso in lingua cinese entro l’inizio del prossimo anno; dopo sarà trasmesso anche a Taiwan e poi tradotto per i canali televisivi di altre lingue.