Mons. Luca Li Jingfeng (Scheda)

Mons. Luca Li Jingfeng, 85 anni, è vescovo di Feng Xiang (Shaanxi, Cina centrale). Fino a meno di 2 anni fa era forse l'unica diocesi della Cina Popolare dove esisteva soltanto la "Chiesa non ufficiale", non riconosciuta dal governo.

Nell'estate del 2001 a Feng Xiang è stato aperto un Ufficio per gli Affari Religiosi; lo scopo era di registrare i cattolici nella Chiesa ufficiale e farli iscrivere tutti alla Associazione Patriottica (Ap). L'Ap è lo strumento di controllo della Chiesa, gestito da membri del Partito Comunista, spesso atei.

Nel novembre del 2001 la diocesi è stata oggetto di una dura repressione da parte delle autorità cinesi, che hanno ordinato "rastrellamenti" in conventi e parrocchie della zona. Nel giro di un mese la polizia ha arrestato e fatto scomparire il vescovo e numerosi laici e sacerdoti della sua comunità; nessuno di loro accettava di iscriversi all'Ap.

Fonti locali dell'epoca raccontano che alcuni poliziotti erano entrati nella cattedrale di Feng Xiang e obbligato mons. Li a prepararsi "portando tanti abiti", e a partire per partecipare a una lunga sessione politica. Il vescovo è stato poi portato in una località sconosciuta assieme a un assistente.

Una volta sequestrati i sacerdoti sono costretti a risiedere in alberghi dove sono obbligati a "studiare" i Regolamenti sulle Religioni che stabiliscono il controllo su tutte le attività dei fedeli. I Regolamenti escludono che un sacerdote possa praticare il suo ministero al di fuori di controllo e iscrizione governativi. Mons. Li è stato poi rilasciato nel Natale del 2001.

Circa un anno fa mons. Li è stato riconosciuto dal governo come vescovo della Chiesa, senza bisogno di sottoscrivere l'adesione all'Associazione Patriottica.

La formula del riconoscimento del governo, senza passare attraverso l'Associazione Patriottica, è ben vista dai cattolici non riconosciuti, perché evita loro di sottoscrivere l'adesione a un'associazione che predica la separazione dal papa. Nello stesso tempo, dà loro la possibilità di rassicurare il governo sull'ordine e sulla sicurezza.