Gli attentatori a Teheran erano iraniani reclutati da Daesh

Il numero delle vittime è salito ora a 13, con 46 feriti. Gli attentatori avevano fra i 20 e i 25 anni. Per i Guardiani della rivoluzione c’è la mano americana e saudita. Donald Trump prega per le vittime, ma ribadisce l’accusa all’Iran di sostenere il terrorismo. Javad Zarif: “Parole ripugnanti”.


Teheran (AsiaNews/Agenzie) – I sei attentatori di Daesh che ieri hanno ucciso 13 persone e ferito 46 al parlamento e al mausoleo dell’ayatollah Khomeini erano iraniani, provenienti da diverse regioni. Tutti loro sono morti, mentre un gruppo di cinque persone che progettavano un terzo attacco sono state arrestate.

Quattro assalitori hanno attaccato il parlamento a Teheran nella mattinata, due dei quali si sono fatti esplodere e due sono stati uccisi dalle forze di sicurezza. Avevano fra i 20 e i 25 anni.

Daesh ha rivendicato gli attacchi con un video ripreso dall’interno del parlamento ad azione in corso e ha minacciato ulteriori aggressioni contro i musulmani sciiti iraniani. Nonostante il suo impegno contro i suoi militanti sia in Iraq che Siria, è la prima volta che l’Iran viene colpito al suo interno dall’Isis. Nei mesi recenti la propaganda estremista dello Stato islamico era arrivata anche in Iran con proclami in lingua farsi.

Gli attentati a Teheran giungono in un momento di profonda tensione nella regione cresciuta dopo il viaggio del presidente americano Donald Trump. In un incontro a Riyadh Trump e i Saud hanno accusato l’Iran di essere la base del terrorismo internazionale.

I Guardiani della rivoluzione accusano Stati Uniti e Arabia Saudita di essere coinvolti negli attacchi: “Questo atto terroristico, appena una settimana dopo l’incontro del presidente degli Stati Uniti con il leader di uno dei governi reazionari della regione [Arabia Saudita] dimostra che sono coinvolti in questo atto selvaggio”.

Sia Usa che Arabia Saudita hanno condannato gli attentati. Tuttavia, alla preghiera per le vittime, Trump ha aggiunto che “gli Stati che sponsorizzano il terrorismo rischiano di cadere vittima del male che promuovono”.

Il ministro degli esteri Mohammad Javad Zarif ha risposto con durezza in un tweet: “Ripugnanti le dichiarazioni della Casa Bianca e le sanzioni del senato mentre gli iraniani affrontano il terrore sostenuto dai clienti degli Stati Uniti. Il popolo iraniano respinge simili dichiarazioni americane di amicizia”.

Il presidente Hassan Rouhani, riconfermato al secondo mandato il mese scorso, fa appello all’unità perchè “combattere estremismo, violenza e terrorismo” è “la necessità più importante nel mondo di oggi”. Il leader supremo Ali Khamenei ha commentato gli attacchi affermando che essi “non avranno il minimo effetto sulla volontà del popolo”.

Messaggi di sostegno sono arrivati dal presidente russo Vladimir Putin e dal Ministro degli esteri siriano, Walid al-Moallem.

Diversi iraniani temono che questi attentati possano rafforzare le mire belliche dei radicali e delle Guardie della rivoluzione, usciti sconfitti dalle elezioni presidenziali.