Orissa, 19 cresime. Mons Barwa: siamo perseguitati, ma lo Spirito Santo ci rafforza (Foto)
di Purushottam Nayak

La cerimonia nella parrocchia di sant’Antonio da Padova, durante la solennità della Santissima Trinità. La Chiesa dell’Orissa è una “Chiesa perseguitata”. Il comportamento dei cristiani “deve rivelare che apparteniamo a Dio”.


Cuttack (AsiaNews) – La Chiesa cattolica dell’Orissa è stata benedetta da 19 cresime e tre prime comunioni. La celebrazione è avvenuta ieri nella parrocchia di sant’Antonio da Padova a Nayabazar, un quartiere di Cuttack. L’evento assume ancora più significato se si considera che nel 2008 lo Stato indiano è stato il teatro dei più feroci massacri degli estremisti indù contro i cristiani. Durante l’omelia mons. John Barwa, arcivescovo di Cuttack-Bhubaneshwar, ha affermato: “La Chiesa dell’Orissa è una Chiesa perseguitata, ma lo Spirito Santo ci rafforza”.

La cerimonia è avvenuta alla presenza di 250 fedeli, tre sacerdoti e sette suore. Nonostante la ricorrenza del santo patrono si celebri il 13 giungo, la parrocchia ha deciso di anticipare comunioni e cresime per farle coincidere con la solennità della Santissima Trinità. I parrocchiani hanno accolto l’arcivescovo con una danza tradizionale, cui è seguita la messa. Nambrata Bage, una delle cresimate, riferisce: “Sono felice di ricevere la Confermazione e ringrazio Dio per il dono della saggezza, della conoscenza e del timor di Dio”. La madre Reena assicura che la giovane “d’ora in avanti riceverà il sostegno di genitori e anziani per essere una persona buona”.

Mons. Barwa ha affermato: “La Santa Trinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, unico Dio in tre persone divine e unite nel perfetto amore, si rivela a noi attraverso il loro amore per noi esseri umani. Attraverso l’azione e l’intervento dello Spirito Santo, il popolo di Dio continua ancora oggi a sperimentare l’amore di Dio”. “Lo Spirito – ha sottolineato – incoraggia, santifica, insegna, illumina il fedele nella vita cristiana, in particolare in situazioni di difficoltà, tentazione e persecuzione”.

Il presule ha evidenziato che “la vita potrebbe finire da un momento all’altro, ma la fede è eterna e l’amore di Dio si mostra in maniera incondizionata attraverso lo Spirito Santo”. Poi ha invitato i presenti ad “imitare le qualità divine di sant’Antonio da Padova, che è invocato e venerato in tutto il mondo come il patrono delle cause perse. A lui sono attribuiti molti miracoli da parte di persone che si sono perse, o per le cose e i beni spirituali smarriti”. Ungendo con il crisma i ragazzi, mons. Barwa ha detto: “Con il sacramento della Confermazione lasciate che il mondo sappia che siamo cristiani, conosca il nostro modo di vivere. Il nostro comportamento deve rivelare che apparteniamo a Dio”.