Mons. Arshad: l’Eucaristia ‘fonte e culmine’ della vita e della missione della Chiesa
di Shafique Khokhar

Il vescovo di Faisalabad celebra la festa del Corpus Domini. In Pakistan il 2018 sarà l’Anno dell’Eucaristia. “Diventiamo tutt’uno con Gesù quando riceviamo la Comunione”. L’Eucaristia è “l’espressione della nostra chiamata a condividere la vita divina come individui e come comunità nel pieno scopo del nostro essere – vivere per sempre all’interno dello splendore divino”.


Faisalabad (AsiaNews) – “Dobbiamo studiare, pregare e riflettere sull’Eucaristia dalla prospettiva che essa è fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa, così come accrescere il nostro impegno e devozione verso il sacramento dell’Eucaristia”. Lo ha detto ieri mons. Joseph Arshad, vescovo di Faisalabad, durante l’omelia per la festa del Corpus Domini (Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Gesù Cristo). A tal proposito egli ricorda che la Conferenza episcopale Pakistana ha deciso che il 2018 sarà l’Anno dedicato all’Eucaristia. “Come Chiesa in Pakistan – ha affermato – vogliamo riconcentrarci sul grande tesoro che Gesù ha lasciato alla sua Chiesa, cioè la sua eterna presenza nel Sacramento dell’Eucaristia”.

Sulla scia di papa Francesco, che ieri ha celebrato la festa in Vaticano, il vescovo pakistano ha ricordato che il mistero dell’Eucaristia è stato uno dei temi “più rilevanti” del Concilio Vaticano II. “Lo Spirito Santo – ha riferito – guida costantemente i nostri sforzi a celebrare il mistero della presenza del nostro Signore ‘in quanto egli attira ogni cosa a sé’ (Gv 12:34)”. Poi cita il teologo Origene, che ha scritto che “Noi vediamo una cosa e ne comprendiamo un’altra. Noi vediamo un uomo (Gesù), ma facciamo un atto di fede in Dio”.

Secondo mons Arshad, “la migliore espressione del Sacramento dell’Eucaristia” è il modo in cui esso viene descritto nella Costituzione sulla Sacra Liturgia del Concilio Vaticano II, che parla di “fonte e culmine”. “Dal punto di vista personale – ha sostenuto – è un progressivo approfondimento della nostra chiamata al Battesimo e consacrazione ad essere ancora più uniti in Cristo. Da una prospettiva di comunità, è fonte di unione in Cristo in quanto noi riconosciamo la nostra unità nella persona di Gesù Cristo. È l’espressione della nostra chiamata a condividere la vita divina come individui e come comunità nel pieno scopo del nostro essere – vivere per sempre all’interno dello splendore divino – uno scopo che proviene dall’amore divino”.

Il vescovo ha messo in guardia anche da un pericolo: il fatto che “la dimensione comunitaria della celebrazione dell’Eucaristia venga enfatizzata a spese di un maggior approfondimento della consapevolezza della dimensione personale dell’Eucaristia. Entrambe sono vitali per un apprezzamento olistico della profondità del mistero”. San Giovanni Crisostomo infatti “sottolineava che nell’Eucaristia Gesù non solo si presenta tra di noi, ma Egli ci abbraccia. Noi siamo presi in un’unione reale con Gesù, che è così profondamente personale e totale che è la perfetta unione. Egli ci ricorda inoltre che le persone unite insieme mantengono la loro individualità ma diventano uno con e in Gesù”. “In questo modo speciale – ha concluso – mente i nostri doveri ci richiedono di mantenerci separati gli uni dagli altri, dalla famiglia e dagli amici, noi possiamo ancora sperimentare quella solidarietà e unione l’un con l’altro attraverso la presenza di Gesù nella Comunione”.