Lanciato il boicottaggio contro Yahoo!

La multinazionale criticata con forza sulla Rete per aver divulgato informazioni private di un giornalista suo abbonato: grazie a queste Pechino lo ha condannato a 10 anni di galera.


Hangzhou (AsiaNews/Scmp) – Diverse organizzazioni per i diritti umani hanno lanciato una campagna per boicottare Yahoo! (una multinazionale che opera su Internet) colpevole di aver fornito informazioni private di un suo abbonato al governo cinese. Grazie a queste informazioni Pechino ha condannato Shi Tao, un giornalista cinese, a 10 anni di reclusione.

Secondo Privacy International, organizzazione internazionale per il rispetto dei diritti umani, dice che il boicottaggio darà un chiaro segnale a Yahoo! del malcontento popolare, mentre Reporter senza Frontiere vuole chiedere agli azionisti della compagnia di portare avanti un'indagine sul comportamento dei dirigenti aziendali. Molti messaggi pubblicati sui forum di discussione e sui blog della Rete criticano la scelta della multinazionale e promettono di non usare più i servizi che fornisce. "Non intendo più visitare questo sito – recita uno dei messaggi – e dico a tutti quelli che conosco di fare lo stesso".

Questa non è la prima volta che una compagnia estera di servizi Internet che opera sul mercato cinese viene criticata per il suo comportamento. Da mesi si parla contro la scelta della Microsoft di censurare parole come "libertà" e "democrazia" all'interno degli spazi virtuali in cinese, mentre Google è accusata di inibire il proprio motore di ricerca eliminando le pagine sgradite a Pechino.

Il caso di Yahoo! è diverso in quanto questa compagnia ha partecipato attivamente all'inchiesta che ha portato alla detenzione del giornalista consentendo all'autorità giudiziaria di indagare sul contenuto delle sue e-mail.

La direzione della compagnia sostiene di non aver avuto altra scelta se non quella di cooperare con la pubblica sicurezza quando gli sono state richieste informazioni sull'indirizzo "huoyan1989@yahoo.com.cn", di proprietà del giornalista. Jerry Yang, co-fondatore del sito, non si è scusato ed in una conferenza stampa tenuta a Hangzhou ha detto: "Per lavorare in Cina ed in qualunque altra parte del mondo non possiamo fare altro che collaborare con la legge. Io non metterò mai a rischio i nostri dipendenti". Secondo Lawrence Sussman, un avvocato che opera a Pechino, non collaborare avrebbe significato compromettersi nel presunto reato in prima persona.

Per molti osservatori la decisione di Yahoo! significa solo che questa – insieme alle altre compagnie straniere – ha posto il guadagno economico al di sopra di valori come la libertà di espressione ed il rispetto dei diritti umani.