Teheran: la sfida delle guidatrici iraniane al velo obbligatorio

Si oppongono al divieto nonostante le multe e i sequestri. Acceso dibattito sullo spazio “privato” o “pubblico” dell’auto. Per il vicecapo della magistratura solo le parti invisibili dell’auto, come il bagagliaio, sono private. Nonostante le restrizioni, le donne sono parte attiva della società.


Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Sempre più donne iraniane si ribellano alle regole restrittive a loro imposte, come l’obbligo di indossare l’hijab [velo in arabo, ndr] alla guida. Nonostante vengano spesso fermate, multate e sia loro sequestrata temporaneamente l’automobile, a Teheran molte guidatrici continuano a tenere il velo sulle proprie spalle.

L’atto di ribellione delle iraniane ha dato il via a un acceso dibattito nel Paese riguardo all’ambito “privato”, dove le donne avrebbero maggior libertà nel loro abbigliamento, o “pubblico” della vettura, dove invece il velo è obbligatorio. Secondo Hadi Sadeghi, vicecapo della magistratura, la parte “invisibile” dell’auto (ovvero il bagagliaio) è da considerarsi spazio privato, ma non le parti “visibili”.  Le sue parole hanno scatenato ampia ironia online, mentre il dibattito è arrivato alle agenzie stampa statali.

Hossein Ahmadiniaz, avvocato, ha sostenuto in una dichiarazione all’agenzia stampa Irna che è un compito del parlamento definire il concetto di spazio privato, e non della polizia. A questo proposito, il parlamentare Yahya Kamalpour ha commentato: “Lo spazio all’interno delle vetture è privato, e la polizia non ha alcun diritto di entrare in esso senza un ordine giudiziario”.

A discapito delle restrizioni, le donne sono una parte sempre più attiva della società iraniana. Al momento, ci sarebbero delle donne fra le proposte per posizioni ministeriali. A quanto riferisce Ilna, Zahra Shojaee e Shahindokht Molaverdi sarebbero fra le indicate per il ministero dell’istruzione.

Lo scorso 9 luglio, la compagnia area nazionale Iran Air ha nominato per la prima volta una donna, Farzaneh Sharafbafi, come amministratore delegato. Sharafbafi è anche la prima donna iraniana ad avere un dottorato in studi aerospaziali. Inoltre, a fine giugno un decreto ministeriale ha aperto all’uguaglianza di genere nel campo petrolifero. Ieri, la voce dell’ex-calciatore Ali Karimi si è aggiunta a quella del suo collega Masud Shojaei a favore dell’ingresso delle donne negli stadi. A quanto riferisce Radio Free Europe/Radio Liberty, a volte alcune donne hanno sfidato il divieto travestendosi da uomini.