Apple fa un favore alla censura di Pechino: ‘Dobbiamo rispettare la legge’

Rimossi i servizi per le Reti private virtuali. Le Virtual Private Networks (Vpn) vengono utilizzate dai cinesi per sottrarsi al controllo di Pechino sulle informazioni. Tim Cook, amministratore delegato Apple: “Rispettiamo la legge ovunque facciamo affari”. I critici: l’accordo con il governo cinese è un cambio di strategia per il cattivo andamento degli affari nel Paese. I ricavi di Apple sono scesi del 10% rispetto al 2016.


Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Tim Cook, amministratore delegato di Apple, difende la decisione della sua società di conformarsi alla richiesta del governo cinese di rimuovere i programmi di Virtual Private Networks (Vpn) dall'App Store, il negozio virtuale dell’azienda Usa.

In Paesi con restrizioni limitanti l'utilizzo di internet, le Vpn vengono spesso utilizzate dagli utenti per sottrarsi alla censura e alla sorveglianza del governo. Gli attivisti ed i cinesi comuni cercano in questo modo di raggirare il Great Firewall of Cina, filtro informatico usato da Pechino per bloccare l’accesso ai contenuti nel web ritenuti “discutibili” (come “democrazia, “Tibet”, “rivolte sociali”, “libertà religiosa”…).

Per gestire un servizio Vpn in Cina, le aziende devono essere autorizzate dal governo. Quelle senza autorizzazione, sono state tolte dall’App Store di Apple. La compagnia americana è criticata per la rimozione ed è accusata di “aiutare le azioni censorie cinesi”. Apple dichiara di non essere d'accordo con la posizione del governo, ma deve tuttavia rispettare le leggi del Paese. “Ovvio, preferiremmo non rimuovere le applicazioni –  dichiara Tim Cook – Ma come in altri Paesi, noi seguiamo la legge ovunque facciamo affari”.

Cook afferma che i confronti con la battaglia legale negli Stati Uniti dello scorso anno - quando Apple ha negato il suo aiuto all'Fbi per sbloccare l'iPhone di un terrorista morto - sono ingiusti. “Sono casi molto diversi. Nel caso degli Stati Uniti, la legge ci dava ragione; nel caso della Cina, la normativa è molto chiara laggiù. In entrambi, abbiamo rispettato le regole e lo avremmo fatto anche qualora le direttive qui negli Usa fossero cambiate”.

I critici di Cook affermano che l’accordo con il governo cinese sia in realtà un cambio di strategia figlio del cattivo andamento degli affari nel Paese asiatico. L’amministratore delegato di Apple ha rilasciato queste dichiarazioni in occasione dell’annuncio dei risultati trimestrali dell'impresa. Mentre l'azienda ha esibito grande forza in gran parte del mondo, essa continua a fare fatica in Cina, dove i ricavi sono scesi del 10% rispetto all’anno precedente. Le perdite ammontano a circa 8miliardi di dollari. L'iPhone, prodotto di punta di Apple e leader nelle vendite fino ad un paio di anni fa, sta perdendo quote di mercato in favore di una serie di concorrenti locali, che recuperano terreno grazie a prodotti più economici e migliorati nella fattura.